Nell’elenco dei paesi dove è presente almeno una delle espressioni della Famiglia Spirituale di frère Charles (89 nel 2005) non compare il Guatemala pur essendo circondato da Messico, El Salvador e Nicaragua dove la Fraternità è presente da diversi anni. Tuttavia il messaggio foucauldiano, di fatto, è arrivato e accolto da tempo.
Personalmente ritengo che don Antonio Bernasconi, ora in paradiso, sia stato uno dei primi a far conoscere il Padre de Foucauld. “Tío Tono” (lo zio), come veniva chiamato da molti, dalla diocesi di Frascati era partito per l’America Latina e stabilitosi in Guatemala dove ha vissuto fino alla morte. Aveva una grande simpatia per la Fraternità e si era recato in pellegrinaggio nel Sahara. Per molti guatemaltechi e per diversi motivi era un punto di riferimento.
Da quando sono entrato in Fraternità, a poco a poco, le cose stanno maturando in un modo che potrei chiamare provvidenziale, soprattutto spontaneo. Al momento presente siamo in tre i fratelli che veniamo da Comalapa. La novità da sottolineare è che quest’anno per la prima volta il 1° dicembre le nostre tre famiglie riunite hanno celebrato la memoria liturgica del “Hermano Carlos de Jesús”. L’idea è nata da loro durante il nostro soggiorno in Guatemala nel mese di settembre. Volevano sapere come potevano sentirsi uniti alla nostra Fraternità in un modo simbolico ma allo stesso tempo concreto. La proposta del 1° dicembre è stata accolta subito con entusiasmo.
Abbiamo appena ricevuto la cronaca di mercoledì scorso: ore 18, celebrazione eucaristica in parrocchia, poi tutti a casa per una presentazione della vita di frère Charles e finalmente la cena e condivisione. Il tutto si è svolto in un clima – si può ben dire – familiare!
Frère Charles voleva “silenziosamente, passare sconosciuto sulla terra, come un viaggiatore nella notte”, ma era anche pronto a partire per recarsi “sino ai confini della terra per portarvi il Vangelo”, stabilendosi in mezzo ai Tuareg ha raggiunto – simbolicamente – i confini della terra e in qualche modo ogni popolo. Credo sia pertinente ricordare (o far conoscere a chi ancora non lo sa) che a Comalapa il 97% della popolazione appartiene alla etnia dei Maya Kakchiqueles. Potremmo dire che un secolo dopo frère Charles continua con le sue tournee a visitare i suoi “tuareg”!
fratel Oswaldo