Ogni volta che leggo la targa dell’Unesco con la definizione di Sassovivo “monumento di pace” penso subito che pace è il nome della Risurrezione. Gesù quando appare ai suoi amici, usa il termine Shalom che era ed è il saluto familiare per ogni israelita, una espressione augurale.
Uno stato di pace, in una persona, indica una condizione di pienezza, di benessere, con un’accentuazione in senso materiale, realizzabile soltanto attraverso un’intima comunione con JAHVÈ.
Il Risorto, dunque, augura la sua pace. Lui Gesù ci dà la sua pace e non se la riprende più. Ci appartiene. La pace, più che una conquista, è una scelta. La pace che ci dona il Cristo si colloca al centro, nelle profondità del nostro essere, non si appiccica semplicemente alla pelle, col rischio di vederla sparire alla minima bava di vento contrario.
Gesù è la nostra pace.
fratel Gian Carlo