“Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati… Beati…»” .

In Matteo l’inizio del discorso della montagna, che si estende per tre capitoli (cc. 5-7), costituisce la magna charta del Regno, dove si realizza il progetto di Dio adombrato nel deutero-Isaia.

Matteo, che tende a mettere sempre in risalto il collegamento tra gli eventi del primo e del secondo Patto e la loro realizzazione piena, fa salire Gesù sul monte per affidare ai discepoli le beatitudini che appaiono subito come una interpretazione nuova del decalogo e un approfondimento e una interiorizzazione di esso.

Data l’importanza di questo codice fondante la comunità cristiana, divenne naturale il tentativo di localizzare l’evento. Ancora una volta è Egeria la prima a lasciarci notizie sulla località. Dopo aver parlato di Cafarnao e delle Sette Sorgenti prosegue: “nel monte che si eleva vicino c’è una grotta sopra la quale salì il Signore quando insegnò le beatitudini. Questa grotta ha portato padre Bellarmino Bagatti, il grande archeologo francescano, a scoprire i resti dell’antica cappella delle beatitudini di fronte ai santuari della moltiplicazione dei pani e del primato di Pietro. Egli nel 1935 riportò alla luce i resti di una cappella, di modeste proporzioni ma elegante a navata unica e alcuni mosaici. Oggi si possono vedere le pietre di basalto del V secolo recintate, al di là della strada appena la collina comincia a salire, mentre i mosaici sono a Cafarnao.

A oriente, non molto distante dal sito, si vede la grotta dell’eremos. Tra la cappella e l’eremos, al di sopra si stende un pianoro che potrebbe essere stato il luogo del discorso di Gesù e, sempre secondo Matteo, anche quello dell’addio agli apostoli prima dell’ascensione al cielo.

Sia la piccola grotta, che il terreno al di sopra, sono una terrazza affascinante sul lago, che ne fanno posti speciali di meditazione.

Oggi i pellegrini però salgono a pregare presso il santuario commemorativo delle beatitudini, opera di Barluzzi, costruito nel 1938 in una posizione meravigliosa a metà del colle. La continua crescita della presenze ha portato a migliorare i servizi così da farne un santuario estremamente accogliente, gestito con grande spirito di servizio dalle Francescane del Cuore Immacolato di Maria, di cui vogliamo ricordare con profondo affetto, per l’amicizia che ci legava, le tre sorelle che da pochissimo tempo ci hanno lasciato a causa di un tragico incidente stradale.

A qualche distanza dal santuario sono disseminati tre eremi delle Piccole Sorelle e dei Piccoli Fratelli, utilizzati per i loro momenti di deserto, memori del sogno di fr. Charles, che voleva farsi eremita adoratore di Gesù Eucaristia su questo colle, dopo averne acquistato una parte con l’aiuto del cognato. Le cose, come sappiamo andarono in un modo molto diverso.

Gli eremi sono disponibili anche per chi desidera passare periodi di ritiro solitario in un ambiente naturale favorevole e ricco di memorie evangeliche.

Oggi in cima al colle, a poca distanza dai resti di Corazim, su quel terreno che egli nel 1906 donò ai francescani e dove Giovanni Paolo II nel 2000 celebrò l’Eucaristia più partecipata nel suo pellegrinaggio nella Terra del Santo, sorge la Domus Galileae, il centro internazionale del Cammino Neocatecumenale. Kiko Arguello, il fondatore, grande ammiratore del beato Charles de Foucauld, ha voluto vicino al centro un piccolo convento a lui dedicato dove si fa adorazione perpetua.

fratel Alvaro