Prima di rientrare a Nazaret mi è capitato di passare alcune ore di ritiro a San Damiano, nella terra di San Francesco, in uno dei luoghi più significativi della presenza francescana in terra umbra. Qui Francesco si impegnò a «riparare la casa» del Signore, come Egli gli aveva chiesto. Qui ancor prima udì la voce del Maestro che in modo così profondo conquistò il suo cuore e causò un cambiamento tanto radicale nella sua vita. «Questa è la vita: osservare il santo Vangelo» dichiarerà il giullare di Dio.
In queste brevi parole riconosco la fisionomia della spiritualità di fr. Charles, che circa seicento anni più tardi riproponeva a se stesso e a quanti sperava lo seguissero, lo stesso stile e la stessa radicalità. Molti autori hanno accostato le due figure ritrovando nelle loro vite e nei loro scritti le stesse intuizioni e le stesse linee guida.
Passare un po’ di tempo nel silenzio di San Damiano però me lo ha fatto toccare con mano. Entrambi considerati un po’ folli per Dio; entrambi conquistati dalla persona di Gesù e dal suo Vangelo; entrambi intenti a ripensare la proposta evangelica nella vita religiosa, per quello che tale vocazione significa e comporta; entrambi non attratti da un servizio particolare, ma da una vita secondo i consigli evangelici «sine glossa»; entrambi anelanti alla fraternità come base e condizione essenziale per poter seguire Gesù di Nazaret;… E così gli accostamenti potrebbero non esaurirsi mai.
Come sappiamo poi i piccoli fratelli e le piccole sorelle, da tempi remoti, sono segnati da Francesco e dalla sua spiritualità. Basti pensare a Carlo Carretto che, da piccolo fratello del Vangelo si è stabilito anch’egli sul monte Subasio per accogliere e guidare schiere di persone sulla strada del Maestro. Non solo, ma anche la nostra piccola famiglia è segnata dalla presenza a Limiti di Spello e a Foligno, che dista pochi chilometri dalla città natale di Francesco. Oppure lo stesso fr. Charles che nella sua permanenza a Nazaret ha scelto proprio un luogo abitato dalle Clarisse.
Così nella cappella della nostra fraternità il tabernacolo è sormontato dalla croce di San Damiano, quale segno di continuità tra l’esperienza di frate Francesco, delle clarisse, delle Piccole Sorelle e la nostra.
Non a caso dunque san Francesco è uno dei nostri amici migliori e lo sentiamo come compagno fedele e protettore della nostra comunità.
fratel Marco