Il 19 settembre 2009 papa Benedetto, durante una riunione con i Patriarchi e gli Arcivescovi Maggiori cattolici d’Oriente, annunciò la convocazione dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si svolgerà dal 10 al 24 ottobre 2010 in Vaticano.

La notizia fu accolta con grande favore, sia per le situazioni difficili e spesso drammatiche in cui vivono queste comunità cristiane, sia perché qui la sinodalità è di casa. Proprio ai vescovi del Medio Oriente si deve se, il Vaticano II, l’accolse come un principio valido e necessario per la Chiesa universale, tanto da spingere poi Paolo VI a dare il via appunto al Sinodo dei Vescovi. Un organismo che, pur con i suoi limiti, sta portando buoni frutti. Il primo, e forse il migliore, è quello di far affiorare, mediante voci autorevoli, i sentimenti, le necessità, il sensus fidei del popolo di Dio, che spesso meglio e per primo capta i segni dei tempi.

L’ Instrumentum laboris è stato consegnato dal papa ai rappresentanti dell’episcopato del Medio Oriente il 6 giugno 2010 a Cipro. Il testo raccoglie le analisi sulla situazione dei cristiani del  Medio Oriente, le sfide che essi sono chiamati ad affrontare e le risposte che non possono eludere.

Il tema del Sinodo è ben sintetizzato nel titolo: «La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza. “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola”»(At 4,32).

L’ Instrumentum laboris è il frutto dei desideri espressi dal Consiglio dei Patriarchi cattolici d’Oriente, soprattutto nelle loro dieci Lettere Pastorali, e dalle proposte di quanti hanno risposto al questionario dei lineamenta inviati dalla commissione preparatoria a tutte le comunità ecclesiali in vista dell’evento sinodale, che si propone “il duplice obbiettivo di… a) confermare e rafforzare i cristiani nella loro identità mediante la Parola di Dio e i Sacramenti; b) ravvivare la comunione ecclesiale tra le Chiese sui iuris, affinchè possano offrire una testimonianza di vita autentica, gioiosa e attraente” (IL, p.2).

Perché ne parliamo?

Noi della fraternità di Nazaret ci sentiamo interpellati, non solo perché risediamo in una città di questa Chiesa del Medio Oriente, ma perché siamo effettivamente suoi membri facendo parte, secondo le nostre Costituzioni, della Chiesa madre di Gerusalemme e sentendoci coinvolti, con tutte le fibre del nostro essere, alla sua vita di ogni giorno, fatta di gioie, ma soprattutto di dolori, di speranze, ma ancor più di delusioni, eppure sempre protesa, questa Chiesa, nella sua povertà e nei suoi fallimenti, come già il suo Maestro e Signore, a rispondere positivamente ai desideri del Padre.

Ebbene, perché possiamo vivere pienamente il Sinodo, questa “scommessa sul futuro”, come la chiama il direttore de Il Regno in una sua lucida analisi dell’ Instrumentum laboris (cfr. Il Regno, 12-2010, p. 366) vogliamo prepararci cercando di conoscere a fondo la realtà di questa Chiesa del Medio Oriente. La ricerca, portata avanti  con la raccolta di vario materiale e con interventi di amici e di esperti delle Chiese locali, crediamo che possa essere utile, non solo ai nostri fratelli di comunità, ma anche  agli amici che sono convinti della verità di questa autorevole affermazione: “l a storia del cristianesimo in Medio Oriente è importante non solo per i cristiani che vi vivono, ma anche per i cristiani del mondo intero […]. Le nostre Chiese sono di origine apostolica e i nostri paesi sono stati la culla del Cristianesimo. Sono terre benedette dalla presenza di Cristo stesso e dalle prime generazioni di cristiani. È chiaro che sarebbe una perdita per la Chiesa universale se il cristianesimo dovesse affievolirsi o scomparire proprio là dove è nato. Abbiamo qui una grave responsabilità: non soltanto mantenere la fede cristiana in queste terre sante, ma più ancora mantenere lo spirito del Vangelo in queste popolazioni cristiane e nei loro rapporti con quelle non cristiane e mantenere viva la memoria delle origini” (IL, 5-6).

L’area geografica

Il Sinodo della Chiesa cattolica per il Medio Oriente riguarda paesi arabi e non arabi in una vasta area che va dall’Egitto alla Turchia, dall’Iran ad Israele, passando per i paesi del Golfo, l’Iraq, il Libano, la Siria, la Giordania, la Palestina e Cipro. Anche se il Sinodo si rivolge ai cattolici esso tocca, in qualche modo, anche  le comunità cristiane che non sono in piena comunione con la Chiesa Cattolica. Per questo possiamo dire che ad esso sono interessati 14 milioni di cristiani che vivono in mezzo a 330 milioni di abitanti che comprendono popolazioni arabe, turche, iraniane, greche, ebree e a cui va aggiunto un numero considerevole e in crescita di emigrati cattolici proveniente dall’estremo oriente (Filippine, Sri Lanka, Vietnam,…) e dall’Africa. Si tratta perciò di una situazione complessa e diversificata che prenderemo in esame in modo più dettagliato più avanti.

fratel Alvaro