Ho trascorso le feste natalizie presso la mia famiglia in Guatemala; è la prima volta da quando entrai in Fraternità nel 1993 perché, secondo una consuetudine ben consolidata, trascorriamo Pasqua, Natale e le altre feste importanti in fraternità; ma per diversi motivi (a cominciare dalla mia salute piuttosto fragile) questa volta abbiamo fatto l’eccezione… 

A dire il vero, all’inizio mi sono sentito un po’ “spiazzato” dalle folle incontrate, in particolare in mezzo alle persone che frequentano le celebrazioni, anche se in forma contenuta a causa della pandemia.

Tra le cose che avevo in mente di realizzare c’era la visita alle Piccole Sorelle del Vangelo, che da qualche anno erano state accolte nella Diocesi di Jalapa in Guatemala. Le Sorelle avevano creato con le fraternità il “triangolo” Haiti – El Salvador – Guatemala ed eravamo contenti e fiduciosi. Ma poco dopo l’arrivo ho ricevuto una mail delle Piccole Sorelle che mi informavano della chiusura della fraternità di Jalapa. Non me l’aspettavo venendo dalla chiusura del Goleto, con il ricordo così vivo d’incontri e amicizie. C’è poco da dire, le motivazioni sono piuttosto identiche: la mancanza di forze e le esigenze delle fraternità rimaste aperte. Alla fine sono delle decisioni che bisogna prendere, con dispiacere, ma cercando di fare la volontà di Dio e lasciandoci guidare dalle circostanze.

A nessuno sfugge il fatto che siamo vicini alla vigilia della canonizzazione di fr. Charles in programma per il prossimo 15 maggio. Questo è il motivo principale che mi ha ispirato a chiedere a un amico pittore la preparazione di un quadro in vista dell’avvenimento. L’iniziativa è stata accolta ed incoraggiata dai miei familiari e l’autore, avendo accettato e sentito i suggerimenti, si è messo al lavoro subito. Nei primi giorni del nuovo anno ci è stata consegnata l’opera: un bel Charles de Foucauld, col volto sereno e quasi sorridente, circondato da una schiera di angeli in paradiso e con lo sguardo rivolto verso di noi che siamo ancora in cammino…

In basso vi è un paesaggio tipico del Guatemala dove abbondano i vulcani, ma in questo caso si tratta proprio di una veduta di San Juan Comalapa, dove sono nato e dove vivono i miei.

Sabato 15 gennaio c’è stata una festa di saluto, prima di ripartire per l’Italia, e per l’occasione abbiamo inaugurato il quadro e, in un certo modo, anticipato la canonizzazione di “San Carlos de Jesús el Hermano Universal”, tale è il titolo dell’opera di Filiberto Yool noto artista locale. Il quadro è stato benedetto dal Parroco accompagnato dai suoi vicari.

La Chiesa in Guatemala, come del resto in America Latina, è una Chiesa missionaria, cioè molto viva e assai dinamica; tuttora la famiglia è la cellula fondamentale della società e vivere la propria fede (seguendo la linea classica della parrocchia) non solo è comune, ma per la maggioranza è un onore. Tutte le attività pastorali vengono portate avanti esclusivamente dai laici e spesso dai gruppi giovanili. Così le celebrazione eucaristiche, il giovedì eucaristico, processioni, e tradizioni sono sempre frequentate da numerosi fedeli che non lasciano spazio al tema della “desertificazione spirituale” o della “Chiesa in minoranza”.

Charles de Foucauld e la “Spiritualità di Nazaret” sono temi poco conosciuti in Guatemala, credo proprio per la vitalità del Popolo di Dio; Tuttavia, in ogni angolo della terra ci sono incomprensioni, tensioni e divisioni e il tema della fraternità universale, del dialogo, dell’amicizia sociale richiedono sempre l’intercessione di Qualcuno che in vita ha saputo “andare incontro” agli altri per ricordar loro che sono salvati e amati dal Beneamato fratello e Signore Gesù.

fratel Oswaldo jc