Costruttori di pace

è il tema del nuovo numero della rivista Jesus Caritas – Famiglia Carlo de Foucauld: pubblichiamo volentieri l’editoriale con i titoli dei contributi presenti.

La Pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell’ordine stabilito da Dio.

 Così cari amici inizia la Pacem in Terris di San Giovanni XXIII (11.05.1963), della quale ricorre il sessantesimo anniversario. Quest’enciclica rimane un punto di riferimento per la ricerca concreta della pace sia dal punto di vista del metodo sia delle condizioni che la permettono: verità, giustizia, libertà e amore. Sono nel cuore di tutti anche le indicazioni di papa Francesco dall’Evangelii Gaudium alla Fratelli Tutti, senza contare i suoi quotidiani appelli alla pace soprattutto davanti alla guerra in Ucraina e più in generale di questi tempi di «terza guerra mondiale a pezzi». 

Con i contributi presenti in questo numero della rivista vorremmo cercare il «volto feriale della pace» (don Tonino Bello), con un focus particolare sulla Terra Santa e testimonianze dall’Iraq, Congo, Italia.

Sappiamo che non costruire la pace e non annunziarla, sarebbe come rubare qualcosa a coloro che ancora non hanno incontrato il Signore (Carretto). Siamo chiamati ad essere artigiani di pace anche nel nostro quotidiano, nelle nostre comunità e nelle nostre città, perché «quelli che sono in pace con tutti sanno ciò che sono gli uomini: una sola famiglia nella quale tutti sono fratelli e Dio come creatore è il loro Padre» (Ch. de Foucauld).

            Il Modello Unico muore ucciso con violenza, innocente, disarmato. Ma il sangue versato dal Crocifisso-Risorto, da Cristo nostra Pace è fonte di vita nuova, indispensabile per la riconciliazione con Lui e tra di noi.

         La violenza come metodo di risoluzione dei problemi è la grande illusione del Tentatore sin dagli inizi, basti pensare ad Abele. Tuttavia, se non abbiamo il potere di cambiare gli altri, sulla scia del Maestro possiamo però uscire dalla distruttiva logica dell’inimicizia convertendo il nostro modo di rapportarci con coloro che ci causano sofferenze. Forse siamo noi ad aver sfigurato l’immagine di Gesù davanti ai loro occhi; spetta dunque a noi sia personalmente, sia nelle nostre famiglie e fraternità mostrare con la testimonianza della vita il Suo vero volto, quello del Dio buono, del Padre che ama. 

Buona lettura

La redazione