Al termine di una bella giornata dedicata alla preghiera silenziosa, vogliamo condividere alcune (semplici) riflessioni. Immersi nella bellezza donataci dal Creatore non possiamo dimenticare quanti in questi giorni sono stati colpiti dalle calamità naturali.
Per ogni credente la preghiera è un’esigenza del cuore. Ma come si entra nella preghiera? Come s’inizia a dialogare con Dio?
Certamente Gesù ci ha assicurato che è presente in ogni luogo e in ogni momento, così risponde alla Samaritana che gli chiede delucidazioni sul luogo in cui pregare (Giovanni 4,19-24). Dal momento dell’incarnazione, Dio entra pienamente nella storia dell’umanità. È altrettanto vero che abbiamo bisogno di luoghi e momenti di preghiera: è il nostro cuore che li richiede perché spesso è sovraccarico di pensieri, impegni, tentazioni e se non lo aiutiamo con un ambiente favorevole si perde.
Tale ambiente è sicuramente fatto di silenzio, di un luogo bello che ci apra al Signore: o con l’immagine della bellezza del creato, o con immagini sacre che, anch’esse con la bellezza, ci conducono a Colui che è bellezza, di Parola di Dio, soprattutto di Eucaristia. Il nostro è un cuore umano, un cuore di carne che ha bisogno di segni materiali per amare; non ce lo dobbiamo scordare.
Dobbiamo pensare alla preghiera come a un rapporto di amore con una persona e così, se per vivere un rapporto di amicizia abbiamo bisogno di appuntamenti, parole, gesti di attenzione, riti e via dicendo, dobbiamo pensare le stesse cose riguardo a Gesù.
Se non mi do luoghi e tempi adatti non pregherò mai!
Cercherò di conformare questi luoghi e tempi alla mia vita, è ovvio. Matta el Meskin, monaco egiziano, dice che come il monaco conforma il suo lavoro al suo ritmo di preghiera, così chi vive nel mondo deve conformare la sua preghiera al suo ritmo di lavoro e – diremmo noi – di vita familiare. Devo darmi degli appuntamenti “possibili” – se so che quando mi metto a letto crollo è bene non dare appuntamento a Gesù in quel momento -, magari in almeno tre momenti della giornata e poi scegliere il luogo, fosse anche un angolino della stanza preparato in modo adeguato – è bello anche avere in casa delle immagini sacre che orientino a Dio il nostro cuore, così come anche nelle strade chi ci ha preceduto ha lasciato tante “edicole sacre” proprio per lo stesso motivo -, infine aprirmi alla parola della Scrittura, se gli creo questo contesto forse risuonerà con più forza in me.
Ricordo l’esempio portato da un prete al riguardo della necessità di trovare “tempi di preghiera” e perseverarvi: per scaldare una casa si accende l’impianto alcune ore in diversi momenti della giornata e così si cerca di mantenere una temperatura costante, così il nostro cuore ha bisogno di vari momenti di preghiera lungo l’arco della giornata per dimorare sempre nel Signore.
La liturgia delle ore è nata proprio per santificare le varie parti della giornata: le lodi per accogliere con gioia il dono dell’alba, il vespro per ringraziare al tramonto del sole di tutti i doni ricevuti, l’ora media per offrire a Dio il cuore della giornata.
Nelle giornate di ciascuno occorre trovare appuntamenti riservati alla preghiera; non saranno per tutti uguali, ma ognuno deve trovare un ritmo che consenta al suo “impianto” di tenere calda la casa!
Fratel Gabriele