Momenti di ritiro chiamati anche deserto per alcune caratteristiche che accomunano queste due realtà, come abbiamo ricordato anche da questo blog, sono momenti fondamentali della vita di un fratello e di una sorella di fr Charles. Al seguito di Charles de Foucauld e di René Voillaume tuttavia andare nel deserto non sarà fuggire dal mondo e dalle responsabilità che esso domanda, ma significa lavorare all’opera di salvezza compiuta da Gesù. Scrive infatti Voillaume: “I nostri ritiri sono un «lavoro con Gesù»”.
Alcuni decenni prima Charles de Foucauld dalla trappa – in anni quindi di profonda solitudine – annotava: “La vita monastica per il piccolo fratello non deve essere un mezzo più facile per assicurarsi la salvezza, non entra in convento per fuggire il mondo, ma per salvare il mondo in unione con Gesù, vi entra per essere apostolo, per irradiare di più, anche se in modo invisibile agli occhi del mondo”. E nello stesso senso deve essere la disposizione di chi affronta una giornata o più di ritiro. Il periodo di ritiro sarà dunque un entrare nel lavoro di redenzione compiuto da Gesù attraverso la preghiera solitaria nel deserto. Tale preghiera per poter essere opera efficace di salvezza deve passare attraverso “il cuore Crocifisso di Cristo” (R.Voillaume), un cuore ricco d’amore per Dio-Padre e per l’umanità. Il signore Gesù ritirandosi in luoghi solitari per pregare durante la notte o trascorrendo lunghi soggiorni nel deserto non cercava esclusivamente l’intimità con Dio Padre per trovare piacere dalla preghiera, ma da questo dialogo desiderava la “salvezza di coloro ai quali è mandato”. Quando si trovava da solo voleva quindi il bene di tutti così come quando era pressato dalla gente che lo cercava. Inoltre stando a contatto durante tutto il giorno con le folle di ammalati e di indemoniati, con l’ipocrisia dei farisei, con la lentezza di cuore dei suoi discepoli prendeva coscienza “che anche l’azione evangelica è quasi impotente dinanzi alla vastità del male e che solo la preghiera pura può sradicare” (R.Voillaume).
I momenti di ritiro sono quindi azioni apostoliche che si inseriscono pienamente nella vocazione di un discepolo di Charles de Foucauld come afferma ancora il padre Voillaume: la preghiera solitaria “è un’opera di amore derivante dalla presa in carico quasi pastorale degli uomini che ci sono stati affidati, al fine di portare davanti a Dio la loro angoscia e le loro suppliche, in unione con Gesù orante nel deserto” (R. Voillaume). Non si tratta, ovviamente, di ricordare al Signore tutti coloro che conosciamo perché sono già legati a noi dalla carità di Dio. In un certo senso anzi dobbiamo dimenticarci di tutto e di tutti, per quanto è sia possibile, per essere liberi di pregare e amare con Gesù e come Gesù.
fratel Roberto