Mi ha sempre stupito la disponibilità verso tutti di Charles de Foucauld, la sua capacità di accogliere decine di persone ogni giorno. Come egli stesso scrive al cognato il 1 dicembre 1910 “vedo moltissima gente, sono occupatissimo” e le motivazioni sono le più disparate dalle “visite di cortesia, alla richiesta di elemosina, alle medicine”.
Esperimentando la difficoltà di accogliere una visita improvvisa ho sempre ammirato quest’attitudine di Charles de Foucauld, e pensavo che ciò gli fosse possibile grazie agli anni di profonda solitudine che visse dopo la sua conversione. Ho trovato quindi con piacere la stessa obiezione da parte di alcuni fratelli novizi a René Vollaume in una lettera del 1959 dall’isola di Saint Gildas. In questa lettera leggiamo infatti: “Quando alcuni fratelli finito il noviziato, sperimentano la loro debolezza a contatto con la vita di una piccola fraternità, mi fanno spesso notare che avrebbero avuto bisogno di molti anni di deserto”. Anche questi fratelli hanno quindi pensato che molti anni di deserto, come li ebbe Charles de Foucauld, li avrebbero aiutati ad inserirsi meglio nella vita di una piccola fraternità “disturbata” da molte visite. Ecco cosa risponde il padre: “La formazione di un piccolo fratello non mi pare esiga un soggiorno prolungato di parecchi anni nel deserto: vi sarebbe infatti, il rischio, soprattutto nei primi anni, di educare una vita di preghiera con mezzi che non si trovano più tardi in una piccola fraternità dalla vita meno regolata”. Non sono dunque necessari parecchi anni di deserto prima di vivere in una piccola fraternità meno regolata, ma è fondamentale invece che “la formazione alla contemplazione debba effettuarsi mediante un ritmo alterno di soggiorni nel deserto e in mezzo agli uomini”. Tale formazione dovrà quindi “comportare dei ritorni periodici nel deserto, alcuni più frequenti, ma brevi, altri più intervallati, ma di lunga durata”. La risposta che Renè Voillaume dà all’obiezione dei fratelli, e indirettamente alla mia domanda iniziale, negando la necessità di un lungo periodo di deserto ed evidenziando l’esigenza di tornarvi periodicamente per poter condurre pienamente una vita cristiana tra gli uomini e le donne del nostro tempo, mi sembra illuminante per tutti e non solo per i piccoli fratelli.
fratel Roberto