Quale delizia, o divino Gesù Bambino, e quale dolcezza stare ai tuoi piedi!
Che cosa dolce tenerti fra queste braccia! Indegno quale sono, come sono felice!
Ma quando penso, o mio Dio, che non dipende che da me che tutti i miei giorni e le mie notti passino così fino a che io entri nell’eternità, quale gioia profonda e quale ricchezza di godimento e di pace, di gratitudine e di meraviglia!…
Sì, questo non dipende che da me. Questa è stata la vita dei tuoi santi genitori, questa è la vita a cui mi chiami: guardare le cose esteriori come apparenze, fantasmi, miraggi, immagini che passano come quelle delle lanterne magiche, e lasciarle passare nel loro svolgersi, chiudendo gli occhi su di esse e non aprendoli che su di te, o Gesù, restando sempre, sempre, qualunque cosa si faccia e dove si sia, perduto, annegato, inabissato, in te, solo “essere” e unico “necessario”, in te, nostro Dio, in te, nostro tutto, diletto, soave, o amato, o tanto dolce Bambino Gesù!… Questo dipende da me, con la tua grazia… Oh!, dammi questa grazia.
fr. Charles
Questo è ancora un Natale particolare ove il Signore arriva nella mangiatoia posta nella cella del nostro cuore.Un Natale resistente ed unitario ove poter essere segno di Ki sa solo amare,gratuitamente,aspettandoci all’angolo della strada,magari nel volto di chi ci chiede la carità di esser voluto bene.Buon Natale ,scomodo e di gioia nella Sua presenza.Auguri tanti a tutti i fratelli,renato