Carissimi amici e amiche di Sassovivo,
vi scrivo a nome dei Piccoli fratelli di Jesus Caritas. Mi rivolgo a voi molto fraternamente, quindi cercherò di essere innanzitutto chiaro, forse anche breve!
Oggi per noi è un giorno di festa perché, proprio nove anni or sono (9 giugno 2001) siamo rientrati in casa dopo quattro di esilio a causa del sisma del 1997.
Proprio in quell’occasione è stata consacrata la cripta dedicata a san Marone, padre del Libano, luogo dedicato oggi alla nostra preghiera quotidiana, frequentata e spesso apprezzata dai visitatori. La presenza del patriarca, sua beatitudine Sfeir Kairallach, accompagnato da una nutrita delegazione di cristiani maroniti dette un tono molto particolare alla celebrazione ricordando così gli antichi legami dei monaci di Sassovivo con l’Oriente cristiano.
Non so quanti di voi siate al corrente del recente riconoscimento da parte dell’Unesco a favore della nostra Abbazia:
Abbazia di Santa Croce in Sassovivo
monumento testimone di una cultura di pace
In questi giorni, segnati da continue tensioni che minacciano ancora una volta la pace e con essa gli equilibri del Pianeta, la notizia non solo ci ha colmato di grande gioia ritenendola un piccolo segno profetico, ma allo stesso tempo ci incoraggia ad aderire pienamente alla elebrazione che si svolgerà domenica 20 giugno, alle ore 16 a Sassovivo e ad andare oltre nella misura delle nostre possibilità, ben ricordando che sono «beati i costruttori di pace».
Quando si parla di pace si tocca una delle corde vitali di tutti gli uomini e donne di buona volontà in quanto tutti, nel profondo del cuore, abbiamo un vivo desiderio di pace. In questo contesto vorrei citarvi un intervento molto significativo del presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, in occasione della giornata di riflessione sull’enciclica Pacem in Terris del beato papa Giovanni XXIII, alla pontificia Università Lateranense l’11 aprile 2003, dove ricordava il valore profetico dell’enciclica, capace di suscitare forti emozioni anche negli erranti…(cf. Di chi è questa carezza? Giovanni XXIII 1958-2008, Marcianum Press, Venezia 2010, pp. 23-31).
Consapevoli del privilegio e della missione, allo stesso tempo dell’impegno che rappresenta la nostra presenza in questa millenaria e gloriosa abbazia, vorremmo far appello alla vostra sensibilità per portare a termine un progetto da noi concepito in questi ultimi giorni: ci piacerebbe raccogliere tutte le testimonianze possibili e immaginabili di quanti frequentano il luogo, di coloro che sono intimamente o in qualche modo legati a Sassovivo, ai Piccoli fratelli o alla realtà nel suo insieme, sia nel passato come nel presente. Innanzitutto per creare una documentazione che possa confermare l’intuizione di coloro che si sono adoperati per ottenere la suddetta qualifica a Sassovivo e, successivamente, per pubblicare, via via, le risposte che ci raggiungeranno. Come strumento adopereremo il nostro quindicinale on-line JesusCaritasQ . la Q sta per quotidianità . rintracciabile sul nostro sito www.jesuscaritas.it che molti di voi conoscono, ma che tutt’ora è in fase di sviluppo.
Per quanto riguarda il materiale per la nostra redazione, l’ideale sarebbe una lettera, ma basterebbero anche poche righe contenenti i dati fondamentali (tutte le notizie che riterrete importanti) e un ricordo particolare o qualche cosa che vi lega a Sassovivo. E se qualcuno allegasse anche una fotografia sarebbe proprio il massimo. Mi ha colpito la testimonianza di uno degli amici che una volta disse semplicemente: «Vado a Sassovivo non so perché, so solo che non posso farne a meno».
Una nota ulteriore: questo messaggio è rivolto prima di tutto agli amici dell’Umbria e agli italiani, ma sarà tradotto anche in altre lingue, perché ormai gli amici di Sassovivo provengono da diversi paesi che vanno dalla Finlandia all’Argentina, dalla Korea del Sud agli Stati Uniti, dal Burkina Faso alla Birmania, dal Libano al Guatemala e oltre.
Cercheremo di dedicare uno spazio a tutti coloro che ci scriveranno, e se per caso la vostra testimonianza non la vedrete pubblicata presto non preoccupatevi, prima o poi il vostro turno arriverà. Se l’Abbazia è qui da mille anni, vuol dire che avremo almeno altri mille anni di tempo.
I vostri messaggi possono essere indirizzati a me personalmente o ai Piccoli Fratelli. Usate qualsiasi mezzo a vostra disposizione (consegne a mano, fax, posta ordinaria, e-mail), molto liberamente e senza fretta.
Colgo l’occasione anche per dire a chi possiede un indirizzo e-mail e desiderasse ricevere di volta in volta il pdf contenente il nuovo numero del quindicinale, di farcene richiesta: provvederemo volentieri a farglielo arrivare.
In grande comunione e amicizia fraterna,
fratel Oswaldo e i Piccoli fratelli