Ancora un gruppo di spezzini si è fatto vivo da queste parti per un’occasione davvero speciale: i 25 anni di ordinazione presbiterale del carissimo amico don Luca, originario di San Terenzo e parroco della Parrocchia di Ponzano Madonnetta alla Spezia.
Un gruppo di pellegrini “scelti”, particolarmente legati a lui nella storia della sua vita, Sono arrivati a Nazaret per la fine dell’anno e abbiamo avuto diverse occasioni di condivisione e di preghiera in fraternità.
Anzitutto la visita alla città di Nazaret (per molti si trattava del primo pellegrinaggio nella terra di Gesù) e poi le mete consuete del pellegrinaggio: il lago, Cana, il Carmelo, il Tabor,…
Oltre all’opportunità di conoscenza di nuove persone è stata, personalmente, un’occasione davvero felice nella quale rivedere vecchi e importanti amici. Alcuni di essi sono stati miei educatori in passato e, di uno in particolare, sono stato io suo educatore. Mi ha fatto molto piacere rivedere qui una storia di fede che si tramanda di generazione in generazione, da amico ad amico, di padre in figlio. Sì, perché erano presenti anche due giovanissimi, figli, che rappresentano il segno della continuità della fede che si tramanda all’interno della famiglia.
Anche le festività liturgiche hanno aiutato a dare l’avvio al pellegrinaggio: l’ottava di Natale, la festa della Santa Famiglia, la solennità della Madre di Dio. Tutte occasioni per ritrovare, nei luoghi della vita di Gesù, il centro della nostra fede all’inizio di un nuovo anno solare.
Il pellegrinaggio prosegue con la salita a Gerusalemme, ma qui ho dovuto lasciare la comitiva; la preghiera per la vita e il ministero di don Luca, assieme alla preghiera per tutti questi amici sarà il filo rosso che unisce e mantiene nella comunione. Pubblichiamo oggi questo articolo, nel giorno preciso dell’anniversario, come piccolo segno e regalo della nostra amicizia.
fratel Marco
Riprendo qui alcune riflessioni già emerse venerdì sera con gli altri pellegrini del gruppo, in un momento di condivisione comunitario al termine del penultimo giorno in Terra Santa.
Già da un po’ di anni desideravo un pellegrinaggio in Terra Santa, per vedere con i miei occhi i luoghi dove Gesù è vissuto, sentire il rumore dell’acqua nel lago di Tiberiade, respirare gli odori delle strade di Gerusalemme, toccare con le mie mani l’arida roccia del deserto… da quasi un anno aspettavo il giorno della partenza e le mie aspettative non sono state disattese.
La cosa che più mi ha colpito è stato il caos di Gerusalemme. Un mix di popoli, culture, lingue, religioni che si intrecciano nei vicoli della città vecchia; cupole, sinagoghe e moschee racchiuse nello spazio di pochi metri quadrati, persone che provengono da ogni angolo della terra per pregare Dio.
Forse il caos e il chiasso che si percepiscono anche nei luoghi sacri non aiuta molto la concentrazione e la preghiera personale, ma emerge il desiderio dell’uomo di andare alla ricerca di Dio, ciascuno secondo il proprio culto o religione.
Ho apprezzato molto la lettura di alcuni passi del Vangelo nei luoghi dove la storia si è compiuta. Il vero valore aggiunto di questo pellegrinaggio sarà proprio la possibilità di poter vivere appieno il Vangelo della domenica nelle nostre comunità chiudendo gli occhi e pensando di essere per qualche istante a Gerusalemme, nei pressi del lago Tiberiade o del fiume Giordano, a Cafarnao, Cana, Nazareth o Betlemme.
Chiudo la mia riflessione con un pensiero che mi ha accompagnato in tutti i giorni di pellegrinaggio, ovvero la felicità di vivere l’esperienza in Terra Santa con due persone importanti per il mio percorso di crescita personale e spirituale, Don Luca e fratel Marco. Al primo il merito di aver organizzato in maniera perfetta questa avventura per festeggiare i 25 anni della sua ordinazione sacerdotale. A fratel Marco va il mio speciale ringraziamento per esser riuscito a mostrarmi il lato più bello della Chiesa, quello più umano, più fraterno, più semplice e puro. Mi sento di dire quasi con certezza che senza averlo incontrato ai campi dell’Azione Cattolica 12 anni fa difficilmente oggi sarei qui a commentare su questo blog il pellegrinaggio appena compiuto.
Grazie!
Più o meno alla stessa ora di Maurizio, ma un giorno dopo, aggiungo qualche parola a quanto già scritto da fratel Marco e da Maurizio appunto.
In un anno particolare della mia vita, segnato dal cammino doloroso di papà che ci precedette nel Regno, al rientro dalla mia prima visita ai luoghi Santi, era il 2005, feci il proposito di ritornarvi per rivedere e ritoccare con mano quelle pietre ascoltando li la Parola, magari con alcune persone care.
Occasione propizia di questo desiderio è stato il ricordo del mio XXV° anniversario di Ordinazione Presbiterale, 1988 – 2 Gennaio – 2013.
Mi sono fatto così il regalo di tornare in Terra Santa, facendo al tempo stesso il regalo di portare con me persone care, regalo che è divenuto cammin facendo una bella esperienza di fede e di fraternità, grazie a tutti e in particolare a chi abbiamo volutamente e anche casualmente incontrato e abbracciato in questi giorni, a partire da fratel Marco.
Vivere il giorno dell’anniversario durante le feste del Natale proprio a Betlemme e lì, accanto alla grotta della Natività prendere in mano il pane e pronunciare le parole del Maestro, sono state un grande e immeritato dono e al tempo stesso una missione.
Tornare a casa nel giorno dell’Epifania, gustare il racconto evangelico dei Magi, con la loro ricerca, la loro gioia, i loro doni … e scoprire che proprio mercoledì 2 gennaio il quotidiano Avvenire nella rubrica “In viaggio” di Marina Corradi raccontava di due ragazze in Terra Santa nei primi anni ’80 e sempre mercoledì 2 gennaio il Papa Benedetto XVI in occasione della prima udienza generale dell’anno nella Aula Paolo VI a Roma aveva offerto una catechesi sul mistero del Natale, ponendosi all’inizio la domanda sull’origine di Gesù, la stessa che pose il Procuratore Ponzio Pilato durante il processo: «Di dove sei tu?» (Giovanni 19, 29), e concludendo riportando le parole dell’apostolo Paolo “Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (II Corinti 12, 9), frase inserita nell’immaginetta a ricordo del mio XXV° di Ordinazione e infine ritrovarci proprio con fratel Marco lunedì 7 gennaio nella Cripta della nostra Cattedrale a La Spezia per la celebrazione dell’Eucarestia in ricordo di Benedetta … è veramente tutto grazia!
La vita è tutta qui, 25 anni e più si racchiudono in uno sguardo, in una parola, in un bicchiere d’acqua fresca offerto nel nome di Gesù.
E’ giunto per me il momento della conversione, il momento di vivere tutto quello che ho udito e visto, come mi era stato detto.
don Luca
Non è facile aggiungere qualcosa a quanto è stato scritto da fratel Marco, Maurizio e Donlu ma il dono grande di questo pellegrinaggio non può essere taciuto anche se le troppe emozioni vissute richiedono forse prima di tutto lo stesso atteggiamento di Maria che, da parte sua, serbava tutte le cose che vedeva e sentiva meditandole nel suo cuore.
Prima di tutto devo esprimere l’orgoglio di poter dire “c’ero anch’io ” con quel gruppo di pellegrini scelti che hanno voluto essere vicini, in un momento particolarmente importante, all’amico di sempre, a Don Luca, per esprimere anche in questo modo il bene che gli vogliamo e la gratitudine per tutto quello che, in maniera diversa per ognuno di noi, la sua presenza da sempre rappresenta nelle nostre vite.
L’entusiasmo per la partenza era enorme, il viaggio era programmato da quasi due anni ed era molto più tempo in realtà che desideravo vivere un’esperienza del genere. Certo non avrei potuto immaginare quello che veramente ha significato per me. Essere in quei luoghi, peraltro così diversi da quanto mi potessi aspettare, è stato un turbinio di emozioni e di dolcezza. La pace del Lago di Tiberiade, l’immagine di quelle canne sottili sbattute dal vento, il deserto, Nazareth con la tomba del Giusto, Betlemme, il Monte degli Ulivi, il Santo Sepolcro… Difficile perfino ricordare tutto o fissare un’immagine in particolare. Inaspettatamente però, di fronte a scenari naturali che più aiutavano a capire e a immaginare quello che anche gli occhi di Gesù potessero aver visto e luoghi sacri così importanti ma ahimè snaturati dall’incuria o dalla mancanza di gusto o di senso civico per il bene pubblico, l’emozione che ricordo con più intensità, il luogo che mi ha fatto piangere di gioia, è stata la vista del Cenacolo, in definitiva una stanza vuota EPPURE COSÌ PIENA!
Ringrazio fratel Marco, è stato così bello poterlo incontrare dopo tanti anni. Ci è dispiaciuto quando ha lasciato la nostra Diocesi, ci è mancato. In questi giorni abbiamo capito il dono grande che ci fa anche da lontano. L’amore di Dio non teme confini e distanze. Tornando a casa mi sento anche in dovere di rivalutare la nostra normalità; Rafael, la nostra guida, ci ha fatto capire che in una terra di forti contraddizioni e divisioni anche il silenzio può essere strumento di pace per quanto quello stesso silenzio a volte possa gridare l’ingiustizia che alcuni devono subire. Apprezziamo allora tutta la libertà e i diritti di cui godiamo nel nostro paese, noi così spesso inclini a vedere solo i problemi e i lati negativi. Sfidiamoci ogni giorno a trovare il bello nella nostra vita e preghiamo perché anche quella terra dilaniata possa un giorno trovare la pace vera.
È stata una gioia avere con me, sebbene un po’ costretti, Martina e Matteo. Credo che neanche lo spirito contestatore dell’adolescenza possa portarli a smentire la bellezza e la profondità di questa esperienza.
Simona
Grazie a tutti! Questo è il primo pensiero che mi viene spontaneo dire dopo i vostri commenti. Io volevo solo aggiungere un piccolo pensiero su questo pellegrinaggio.Per una settimana siamo stati una vera comunità cristiana, che prega, si emoziona,scherza serenamente e si muove unita intorno al Signore.
Strano il fatto che molti di noi non si conoscevamo molto.
Concludo con questa mia dolce “Illusione”,non è che abbiamo assaggiato un pò di paradiso?
Che emozione partecipare alla S.Messa concelebrata da Fratel Marco e Don Luca nella cappella dei Francescani, così intima ed accogliente!
Grazie Fratel Marco per aver condiviso con noi alcuni momenti significativi del nostro pellegrinaggio in Terra Santa.
Giovanna e Pietro
Ringraziamenti, emozioni…forti emozioni, profumi, colori, suoni, volti,…
Cosa rimane di un pellegrinaggio in Terra Santa?
Un pellegrinaggio come il “nostro”, che abbiamo la presunzione e l’orgoglio di pensare come il migliore che si potesse fare.
Forse non ti rimane niente, perchè ne sei stato talmente coinvolto e stravolto che, a distanza di una settimana ormai, ti sembra ancora di viverlo e le attività e i pensieri di ogni giorno hanno acquisito un valore diverso.
E’ questo che ti rimane…
non semplici ricordi di un viaggio, di una vacanza, ma l’aver vissuto un’esperienza che ti ha portato a farti delle domande, a volte a darti delle risposte, altre volte no;
la fortuna di incontrare persone sconosciute e dopo poco vivere come una comunità nella quale, però, è stata rispettata al massimo l’individualità del singolo con le proprie emozioni, con le proprie difficoltà, con le proprie storie;
il privilegio di aver condiviso queste coinvolgenti emozioni con un gruppo nel quale la “freschezza” ha dato colore alla “saggezza” e dove l'”esperienza” ha educato l'”entusiasmo”;
l’aver riscoperto il sapore, la bellezza della preghiera nelle sue diverse forme;
il commuoversi nella celebrazione quotidiana della S. Messa che fosse nella cappella dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas a Nazaret o in una anonima sala di hotel;
aver provato ad immaginare Gesù che “vive” in quegli stessi luoghi dove eravamo, vederlo con occhi e cuore nuovo nei posti dove è nato, dove ha vissuto, dove è morto e risorto per noi;
apprezzare spontaneamente un sorriso o un gesto fraterno, cosa così difficile nelle nostre quotidiane vite;
la gioia dell’incontro e dei momenti, purtroppo pochi, vissuti con fratel Marco, va oltre a ciò che si può cercare di fissare con inchiostro.
Un ringraziamento speciale a don Luca che ci ha chiamati e voluti in questo “viaggio”…
Paolo Roby
Quando don Luca ci ha proposto di partecipare al pellegrinaggio in Terra Santa, in occasione del XXV ANNIVERSARIO della sua ordinazione sacerdotale, non abbiamo esitato un attimo a dire di sì.
Ora lo ringraziamo per averci fatto il dono di vivere un’esperienza così intensa insieme ad un gruppo di suoi amici, tra cui Fratel Marco, alcuni suoi parenti e tre piccoli gruppi di parocchiani “di alcuni anni fa – attuali – futuri”. Un gruppo di 24 persone che si sono conosciute giorno dopo giorno ed hanno condiviso emozioni, preghiere, stupore, allegria.
Le emozioni vissute si sono inizialmente sommate in modo confuso, in alcune occasioni ci hanno anche travolto, ma piano piano la presenza viva del Signore, che scaturiva da ogni celebrazione eucaristica e dalle diverse occasioni di preghiera comunitaria, ci ha preso per mano e ci ha spronati a metterci alla scuola di Gesù, per vivere la nostra fede con rinnovato impegno, con responsabilità, pazienza e speranza.
Grazie ancora a tutti per aver reso questa esperienza così speciale.
Maria Angelo