pale2Una delle attività dei monaci di Sassovivo era costituita da una cartiera a Pale. Grazie all’abbondanza d’acqua del torrente Menotre che forma anche delle bellissime cascate, una fabbrica di carta fondata dai monaci dell’Abbazia si è trasformata nel tempo ed è riuscita a sopravvivere fino a non molti anni fa.

Un sentiero conduce dall’Abbazia a Pale, circa un’ora di cammino. Con Giovanni Marco e Jonathan ci siamo presi una giornata di ritiro e ci siamo incamminati lungo questo percorso fino al paesino di Pale e da lì verso l’eremo di Santa Maria di Giacobbe che è praticamente scavato nella roccia sulla montagna circostante. Le origini dell’eremo sono incerte, ma tutto fa pensare (e soprattutto la famosa cartiera) che siano stati proprio i monaci di Sassovivo ad edificarlo. La dedica a santa Maria di Giacobbe è particolare. All’interno è decorato con vari affreschi, il più antico dei quali è dipinto sulla roccia è raffigura la “mirofora”.

pale3Le tre donne che sono andate al sepolcro all’alba di Pasqua per ungere il corpo di Gesù sono tra le protagoniste di vari degli affreschi che tappezzano l’eremo e lo rendono splendido: un Cristo pantocratore, la nascita di Gesù, la dormizione di Maria e la sua Assunzione al cielo, un crocifisso glorioso, varie immagini di Santi tra i quali soprattutto, come già detto, le tre mirofore. Il tutto nella splendida cornice della montagna che avvolge l’eremo. Intorno alla chiesina sorgono una serie di locali che sono del 1700 e nei quali si sono avvicendati vari eremiti fino agli anni ’50. Per le esigenze di oggi sarebbe impossibile viverci! Anche se con i fratelli il pensierino di starci almeno un paio di giorni l’abbiamo avuto. La montagna e gli affreschi diventano veramente la Bibbia che puoi leggere all’eremo. Il pensiero soprattutto alle mirofore che hanno accompagnato Gesù sotto la croce, durante la sepoltura e poi all’alba di Pasqua…più fedeli degli apostoli! Chi meglio di loro?

“Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’erano Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo” (Mt 27,35-36).

“Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Li sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Magdala e l’altra Maria.”(Mt 27,59-61)

“Passato il sabato, Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levar del sole.” (Mc 16, 1-2)

Fratel Gabriele

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