L’ospitalità è sacra e ogni persona che frequenta le nostre fraternità è importante al di là delle sue convinzioni o la sua appartenenza, la sua professione o le sue aspirazioni.
Normalmente arrivano molti alla ricerca della preghiera o del silenzio, per il ritiro o la condivisione fraterna; ma spesso arrivano anche degli ospiti interessanti e qualche volta anche famosi. È il caso di Terence Hill, l’attore conosciuto in tutto il mondo soprattutto per “le botte” che impartiva in compagnia di Bud Spencer, e talvolta anche tra di loro stessi! Da noi però è arrivato “dopo la conversione”, nella veste di Don Matteo, assieme al Maresciallo Cecchini (Nino Frassica) e tutta la troupe (cinquanta persone) della fiction molto amata in Italia.
L’avvenimento era stato anticipato dai mezzi di comunicazione: «Dopo l’ufficialità della notizia sullo spostamento del set di Don Matteo 9 da Gubbio a Spoleto, iniziano ad arrivare i primi dettagli sulla nuova stagione della fiction Lux Vide. Come anticipato qualche giorno fa, sarebbero già stati scelti nella città umbra che a breve ospiterà le riprese sia la nuova caserma dei carabinieri che la canonica e la parrocchia (la basilica di Sant’Eufemia) che ospiteranno don Matteo (Terence Hill). Luogo principale del set, come già detto, sarà la centralissima piazza Duomo di Spoleto. A fornire ulteriori dettagli è ora il Giornale dell’Umbria, che anticipa alcune incursioni delle riprese a Foligno, nel bellissimo chiostro dell’Abbazia di Sassovivo, e alcune scene che richiederanno delle riprese esterne dell’ospedale spoletino» (www.tvblog.it/post/219439).
Così sono giunti prima degli operai che hanno trasformato il giardino della Madonna di Fatima in un piccolo parco giochi per bambini e preparare così gli altri luoghi per le riprese, poi i tecnici vari per istallare le attrezzature, finalmente uno dopo l’altro gli attori assieme alla pattuglia dei carabinieri e la bicicletta del parroco, ecc. Se da una parte tutto questo movimento potrebbe sembrare un disturbo, oppure contrario alla quiete che caratterizza il luogo, è altrettanto vero che l’Unesco ha dichiarato l’Abbazia un «monumento che testimonia una cultura di pace». Tuttavia non si tratta di spalancare le porte a chiunque bussi alla porta per degli spettacoli senza un giusto discernimento, vi sono di quelli (a dire poco) pietosi. «Don Matteo – continua la fonte già citata – parla agli italiani per le tematiche che sceglie di trattare, per quel modo tipico della fiction nostrana di regalare un lieto fine rassicurante e piacevole, un lieto fine che arriva dopo un momento concitato di pericolo-ansia-difficoltà, un momento nel quale i personaggi preferiti sono in difficoltà e in altri casi addirittura in pericolo».
D’altronde non è la prima volta che gli spazi dell’Abbazia vengono adoperati per delle attività di carattere culturale e artistico. Nemmeno questo è contrario alle normative della Chiesa.
Il Catechismo della Chiesa cattolica dedica un paragrafo riguardo l’uso dei mezzi di comunicazione sociale: è il quinto all’interno dell’ottavo comandamento (Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo). «Nella società moderna – si legge nel testo – i mezzi di comunicazione sociale hanno un ruolo di singolare importanza nell’informazione, nella promozione culturale e nella formazione. Tale ruolo cresce in rapporto ai progressi tecnici, alla ricchezza e alla varietà delle notizie trasmesse, all’influenza esercitata sull’opinione pubblica. L’informazione attraverso i mass media è al servizio del bene comune. La società ha diritto ad un’informazione fondata sulla verità, la libertà, la giustizia e la solidarietà».
Ma è con il Concilio Vaticano II che si ha il primo documento disciplinare sui mezzi di comunicazione sociale, il Decreto sugli strumenti di comunicazione sociale Inter mirifica del 4 dicembre 1963: «Tra le meravigliose invenzioni tecniche […] la Chiesa accoglie e segue con particolare cura materna quelle che più direttamente riguardano lo spirito dell’uomo e che offrono nuove e rapidissime maniere di comunicare notizie, idee e insegnamenti. Tra queste occupano un posto particolare quegli strumenti che – quali la stampa, il cinema, la radio, la televisione ed altri di questo genere – sono destinati a raggiungere e ad influenzare non solo i singoli individui ma, per la loro stessa natura, moltitudini di persone, e l’intera società; esse possono chiamarsi con ragione: strumenti della comunicazione sociale».
La Chiesa riconosce dunque la grandezza di questi mezzi, e il ruolo che possono avere a favore delle singole persone e della società, ma al tempo stesso conferma di essere cosciente del pericolo che possono arrecare a danno addirittura dell’intera umanità. Come per ogni cosa, si richiede la prudenza e la fiducia.
Non ci è lecito di anticiparvi delle scene, ma almeno qualche scatto rubato qua e là!
Fratel Oswaldo
questi luoghi privilegiati faranno respirare di bene vicini e lontani attraverso la tv! non vedo l’ora, ora che sono una nonna armata di telecomando, di passare da Peppa Pig al bel don Matteo…