Foto ricordo

La professione perpetua di fratel Jonatan, della quale avete già letto, visto e sentito, ha avuto anche un effetto collaterale…


Difatti ha portato qui a Sassovivo i suoi genitori e la mamma di Oswaldo per alcuni giorni. Questo evento particolare, dato che il Guatemala non è proprio dietro l’angolo, ha fatto sì che tutti noi fratelli e con noi i nostri amici, avessimo un’occasione (ecco l’effetto collaterale!) in più per riflettere sul rapporto con le nostre famiglie d’origine. I nostri papà, mamme, fratelli e sorelle, infatti, entrano in qualche modo a far parte della nostra fraternità.

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Papà José nel suo discorso a tavola nel giorno della professione perpetua del figlio Jonathan sottolineava questo sentirsi accolto in questo senso: quando fratel Gian Carlo che è il priore, mi chiama papà José mi sento pieno di stupore. Proprio così!

Devo dire che è divertente sentire il fratello Priore chiamare «mamma» e «papà» i miei genitori che hanno qualche anno in meno di lui! Eppure questa è una caratteristica della nostra comunità: l’estensione del titolo di mamma e papà ai genitori di tutti i fratelli.

Infatti le nostre costituzioni dicono:

  • n. 10  Pur restando fedele alle esigenze del distacco richiesto dalla chiamata di Gesù, il piccolo fratello dovrà offrire la prima accoglienza, piena di profonda tenerezza e gratitudine, ai suoi genitori: deve a loro la vita che ha consacrato il Signore.
  • n. 33  Il postulante sarà deciso e chiaro nel lasciare la famiglia. Durante il cammino della vita religiosa, dovrà saper conciliare la radicale esigenza vocazionale con un profondo affetto verso i genitori ed i suoi familiari. Per i legami di fraternità e di amicizia che intercorrono fra i piccoli fratelli, ci si renderà vicini alle famiglie di ciascuno.

Al di là di questo è bello che nella nostra regola, ma – spero – soprattutto nella nostra vita, ci sia un riguardo speciale per i familiari che restano nei nostri cuori e nelle nostre attenzioni e passano anche nel cuore e nelle attenzioni degli altri fratelli.

Così un fratello che fa la sua professione perpetua non abbandona la sua famiglia d’origine, ma quasi la include nella sua nuova famiglia che è la fraternità. Fratel Gian Carlo ha espresso questa idea alla fine della veglia del sabato precedente al giorno dei voti di Jonathan dando modo a tutti noi di rendere grazie al Signore per le nostre famiglie d’origine. E l’8 settembre una tavolata di mamme e papà di vari fratelli ci ha dato modo di vedere realizzate queste parole quasi come una profezia!

Fratel Gabriele