Mi trovo da un paio di settimane alla nostra fraternità del Goleto, per la precisione all’Abbazia di san Guglielmo al Goleto (Sant’Angelo dei Lombardi). Questa magnifica abbazia fu fondata da san Guglielmo da Vercelli – ora patrono dell’Irpinia – nella prima metà del secolo XII.
Approfittando di un giro di perlustrazione sull’elicottero effettuato dai Carabinieri (ringraziamo il Capitano per averci gentilmente fatto dono di questi scatti presi dall’alto) possiamo contemplare l’insieme del complesso così com’è attualmente.
Sono passati ormai più di trent’anni da quando – in seguito ai tragici terremoti del 1980 e 1981 che misero in ginocchio questa regione – le prime piccole sorelle e poi i piccoli fratelli si sono stabiliti in questa zona dell’Alta Irpinia. Non è difficile, quindi, sentirsi a casa e allo stesso tempo rendersi conto circa l’importanza della presenza della Fraternità in questo luogo dello spirito. San Guglielmo, noto per aver fondato diversi monasteri in queste zone, a partire da quello di Montevergine (Avellino), concluse il suo pellegrinaggio terrestre proprio qui al Goleto il 24 giugno 1142. Dopo un lungo periodo di grande sviluppo architettonico e, altrettanto, di una notevole presenza di monaci e monache (fino a 200 nel XIII secolo), l’abbazia ha conosciuto la decadenza prima, poi la soppressione, l’abbandono e il saccheggio del suo glorioso splendore. Solo a partire dal 1974, padre Lucio de Marino, monaco di Montevergine, si stabilì coraggiosamente in mezzo alle rovine per tentare una rinascita del sito. Quanti l’hanno conosciuto hanno visto in lui un autentico uomo di Dio, la sua memoria è in benedizione. Come non pensare all’antica profezia di Isaia (61,4) riguardo alla vocazione dei consacrati del Signore: «Essi riedificheranno le rovine antiche, ricostruiranno i vecchi ruderi, restaureranno le città desolate, i luoghi devastati dalle generazioni passate»? Padre Lucio non aveva mezzi umani, ma ci credeva, e molte volte basta crederci, al resto ci pensa il buon Dio. Il vangelo ci ricorda che la fede sposta le montagne: «Se aveste fede quanto un granello di senape…» (Lc 17,6). La presenza di una sola “pietra viva” in mezzo ai mucchi di sassi di ogni dimensione è stata determinante… La differenza la fa l’uomo che loda il suo Creatore, dall’alba al tramonto. Un museo anche se costruito secondo le ultime novità tecnologiche ospita delle mummie, un’antica abbazia ospita le reliquie dei santi e, come nella visione delle ossa inaridite del profeta Ezechiele (37,1-14), si uniscono alla preghiera della comunità! Al monaco-eremita sono subentrati i nostri fratelli, ma il lavoro che hanno svolto in questi decenni e il significato della loro presenza lo possono raccontare meglio i nostri amici. Posso aggiungere solo che ogni fratello che ha vissuto qui per un periodo è ricordato con sentimenti di amicizia e gratitudine.
Dopo le calamità naturali è iniziata la vera fase di restauro. L’impegno è stato notevole e molto è stato fatto, anche se dell’immensa chiesa settecentesca, opera del celebre architetto napoletano Domenico Antonio Vaccaro, sono rimaste soltanto le mura e il pavimento. Tuttavia, i resti delle antiche pareti rappresentano il vero fascino del complesso, sembra quasi che si elevino verso il cielo per continuare a lodare Dio.
Oggi, dunque, il Goleto è quanto mai vivo e molto frequentato dai pellegrini e visitatori. Per la gente del posto rappresenta un “biglietto da visita”, tutti, vescovo, sindaco, piccoli e grandi frequentano “San Guglielmo”, ossia l’abbazia, per diversi motivi.
Come tutte le cose, hanno bisogno di essere apprezzate, amate e curate. Non smetteremo mai di ricordare ai rappresentanti degli enti (Beni Culturali, Curia, ecc.) che mantenere lo splendore della rinata Abbazia del Goleto dipenderà dalla collaborazione di tutti.
Fratel Oswaldo
Bellissime foto e articolo.
Riuscirò a vedere anche questa meraviglia e ad incontrare anche i fratelli?
Bellissime foto dall’alto, bella panoramica e l’articolo ancora di più, essendoci stati varie volte non ci resta altro che sperare di poter ancora visitare questa meravigliosa Abazzia del Goleto e cosi anche i nostri cari piccoli fratelli.
Carissimo amico Oswaldo vedo che ti sei ricavato un bell’angolo di paradiso per pregare,studiare eccc…ti siamo vicini in questa nuova “AVVENTURA”!!
Un abbraccio Gianpiero e Manuela
Carissimi,
da ieri sono ritornato a Bonn. Quelle fotografie sono per me un bel ricordo alla mia visita di due settimane fa.
Auguri e saluti,
Bernhard
Vedere quelle foto e la descrizione che il fratello ne fa promuove ancor di più la voglia di voler dimorare qualke giorno nel silenzio,accoglienza e fraternità alla luce della Parola,a presto,saluti,renato
la bellezza di questo si stimola il desiderio di dimorareanche per un tempo brevissimoper le intense emozioniche emana.
Ciao padre Oswaldo ho letto l’articolo sul Goleto ed ho visto le foto, spero di venire al più presto a visitare l’abbazzia e poterti incontrare . Sono tornata lunedì da Medjugorie, ti racconterò , e’ stata un’esperienza meravigliosa. La Madonna a Medjugorie ci accoglie e ci riempie il cuore di amore . Bisogna provare per capire quanto bene Lei riserva ai suoi figli , li conforta e non li lascia mai soli , li rende partecipi della meraviglia del creato e le fa assaporare la bellezza della vita e dell’amore . Ti sono grata delle preghiere che fai per mia figlia e ringrazia anche la comunità’. Ti abbraccio e a presto , buonanotte Pina .
La presenza di una sola “pietra viva” in mezzo ai mucchi di sassi di ogni dimensione è stata determinante… “Affascinante”…
Lugar Hermoso, Gracias Padre Oswaldo Por compartir estas fotografías y el articulo interesante, recuerdo que ahi, Jonathan realizó la profesión de sus votos temporales hace tres años, Bendiciones.
Un bell’articolo che ho gustato. Soprattutto mi fa rivivere tratti della mia storia che mi vede spesso ospite di questo posto. Ancora oggi. La rinascita del luogo è simbolo della mia rinacita interiore. E’ vero basta crederci per realizzare i disegni impossibili di Dio. A presto!