Le vacanze di Natale sono propizie per passare un paio di giorni insieme con i giovanissimi e i giovani delle parrocchie della nostra unità pastorale papa Giovanni XXIII.
È da qualche tempo che proponiamo la conoscenza di una città sia a livello turistico che in alcune esperienze di vita. Così venerdì scorso siamo partiti alla volta della bellissima Bologna e dopo averla percorsa velocemente a piedi durante la mattinata, soffermandoci in particolare alla cattedrale di San Petronio (che a causa dei restauri in corso consente la salita sui ponteggi della facciata e dà la possibilità di affacciarsi da una terrazza aperta sulla città) e al santuario della Madonna di San Luca, l’abbiamo lasciata alla volta di Montumiano che è una minuscola località situata nel parco di Montesole sorto sui luoghi delle stragi naziste degli ultimi mesi della seconda guerra mondiale.
Lì ci siamo incontrati con la famiglia di Pierpaolo e Sara che vivono con i loro cinque figli in un antico casolare, avendo scelto questo luogo proprio per la memoria di questo massacro che vi si è consumato e per ridare un segno di speranza e di pace a partire da lì. Pierpaolo e Sara vivono in modo a dir poco originale…il figlio maggiore Davide lo definisce un “pandastero”, ovvero un monastero per panda che sono notoriamente una specie in estinzione. Cercano di essere un piccolo segno di pace e riconciliazione tra gli uomini e con la natura e lanciano l’allarme all’umanità intera che corre vertiginosamente senza pensare alle conseguenze alle quali va incontro. Tra l’altro Pierpaolo col suo barbone fa venire in mente Noè…anche se i ragazzi hanno notato una somiglianza con il cantautore Francesco Guccini. Abbiamo conosciuto anche la loro esperienza di scuola che assieme ad altre quattro famiglie hanno messo su per i propri figli più piccoli. Propongono un metodo che si basa sull’attenzione alle esigenze di ogni bimbo e poi alla fine dell’anno ciascuno fa gli esami della classe corrispondente alla scuola statale.
Il giorno seguente Pierpaolo ci ha accompagnati sui luoghi di alcune stragi naziste: S. Martino, Caprara e Casaglia. Paesi rasi al suolo dal fuoco incrociato di tedeschi e truppe alleate, paesi sottoposti a rastrellamenti e fucilazioni con il solo scopo di terrorizzare la gente e di cancellare memoria, presente e futuro. Così si esprimeva Giuseppe Dossetti (che dopo l’esperienza politica come padre della costituente divenne prete) che qui decise di fondare una comunità monastica: uccidendo anziani, donne e bambini hanno cercato di cancellare passato presente e futuro. E’ necessario invece non cancellare questa memoria e dare un futuro a questi luoghi. Tra l’altro gli ultimi due figli di Pierpaolo e Sara sono nati qui…un po’ di futuro è arrivato!
Dopo aver celebrato l’Eucaristia del giorno dei santi martiri innocenti tra le rovine della chiesa di Casaglia che ha visto ucciso il parroco davanti all’altare e tutti i fedeli portati al cimitero e fucilati, ci siamo rimessi in cammino verso Foligno con tanti stimoli. Una sola domanda alla fine: di tutti questi stimoli che abbiamo cercato di dare ai nostri ragazzi cosà sarà rimasto?
fratel Gabriele jc
Complimenti per il blog che permette di restare in contatto con la vita della comunità.Una sola annotazione-richiesta: indicare nel blog gli orari delle liturgie officiate nelle diverse fondazioni (quelle ordinarie e quelle “straordinarie” come nel periodo natalizio) potrebbe essere di grande aiuto. Grazie