cANECi sono dei piccoli eventi che potrebbero essere considerati “ordinari” o “normali”, ma se visti con una lente di ingrandimento, e letti alla luce di un contesto più ampio, possono diventare dei fatti eccezionali. Ve ne racconto uno!

SAM_5277 copiaDomenica 5 gennaio all’ora dell’Angelus abbiamo appreso con vivo entusiasmo la notizia circa il prossimo viaggio – nel mese di maggio – di Papa Francesco in Terra Santa (peccato che non si recherà a Nazaret dai nostri fratelli!). Francesco è stato molto chiaro: va in pellegrinaggio per commemorare il 50° dello storico incontro tra Paolo VI e il Patriarca Atenagoras, un evento commovente accaduto dopo circa mille anni dalla scomunica reciproca tra Oriente e Occidente nel 1054. Nonostante lo scetticismo e l’opposizione di molti nei riguardi del dialogo ecumenico, a partire dal Concilio Vaticano II molte cose sono cambiate. Anch’io sono stato testimone la scorsa primavera di un fatto molto interessante: mentre mi trovavo a Strasburgo (la città di frère Charles), ospite dei “Frères de Jérusalem”, vennero i fratelli della Comunità di Taizè per preparare il prossimo incontro europeo dei giovani – che è stato celebrato da poco, dal 28 dicembre al 1° gennaio – e che richiedeva un’organizzazione notevole. Sono stati invitati i rappresentanti di tutte le realtà religiose presenti nel territorio (Strasburgo è una città ecumenica e multireligiosa)… Ebbene, non avevo mai visto una realtà simile e una disponibilità piena a collaborare con entusiasmo in tutto quello che era possibile: chi metteva a disposizione degli spazi, chi degli interpreti e traduttori, i mezzi di trasporto, ecc. Se i nostri consigli parrocchiali (diciamo anche presbiterali?) funzionassero cosi il mondo sarebbe diverso!

Cultura_03Arrivo al punto: nella festa dell’Epifania abbiamo avuto la graditissima visita delle sorelle di Campello. E chi sono? Valeria Pignetti, nata a Torino nel 1875, divenuta poi Sorella Maria, a Campello, è una figura nota e importante per la storia della Chiesa nel primo Novecento, una “luminosa personalità spirituale” (M. Roncalli). Dopo aver trascorso diversi anni presso le Francescane missionarie, lasciò la congregazione per seguire la sua vocazione personale – ci ricorda Charles de Foucauld – e venne a Stabilirsi in Umbria, nella diocesi di Spoleto, nel luglio 1926. Non abbiamo lo spazio qui per dire di più, ma Sorella Maria già a partire dagli anni 1930 viveva, di fatto, una realtà ecumenica: una piccola comunità che si era formata attorno alla sua personalità carismatica. Daniela Maria, l’attuale responsabile e legittima erede del carisma donato dallo Spirito, assieme alle altre tre sorelle più giovani, ci racconta di alcune difficoltà che Sorella Maria dovette affrontare, soprattutto perché erano tempi lontani. Venivano addirittura prese a sassate dagli abitanti del luogo perché ritenute “protestanti”. Una conferma di questa “consuetudine” ci viene da fratel Carlo Carretto, quando ci narra che da bambino gettava i sassi a un povero pastore evangelico venditore ambulante di bibbie; ma lui poi si era pentito e aveva fatto la sua confessione pubblica! Per fortuna i tempi maturano e le cose cambiano.

Sono state pubblicate anche la corrispondenza che questa vera “pioniera dell’ecumenismo” manteneva con personalità di spicco, ad esempio con don Primo Mazzolari, Mahatma Gandhi e Albert Schweitzer. Questa donna eccezionale non ha visto il Concilio Vaticano II, perché deceduta nel 1961, tuttavia Mons. Loris Capovilla, già segretario del papa del Concilio, Giovanni XXIII, in diverse occasioni ha espresso grandi apprezzamenti per Sorella Maria e l’Eremo di Campello. Se una figura così carismatica era nota a Papa Giovanni, non è azzardato immaginare che anche Paolo VI avesse avuto in grande considerazione tale realtà. Come non ricordare l’amicizia profonda che legava Papa Montini a un’altra donna “appassionata dell’unità dei cristiani” quale era piccola sorella Magdeleine di Gesù? I fondatori delle grandi realtà ecumeniche come Taizè, Bose, Focolarini, Chemin Neuf, ecc., hanno fatto tante e belle cose, ma molto prima di loro c’erano Sorella Maria e la sua piccola comunità! Se questo messaggio potesse arrivare fino a Papa Francesco, lui che è attento ai piccoli, penso che potrebbe farebbe almeno una telefonatina; non che le “Allodole di Campello” (G. Vannucci) vengano ancora prese a sassate come agli inizi, ma, come per ogni patrimonio spirituale e storico, non bisogna perderle di vista mai e, all’occorrenza, sostenerle concretamente.

 

fratel Oswaldo jc

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