Siamo giunti al termine del periodo estivo, anche se questa volta – almeno a Sassovivo e d’intorni – l’estate, tolte quelle rare giornate calde, si è fatta attendere invano e ora si respira già un vento d’autunno inoltrato. Questi mesi, caratterizzati anche da qualche imprevisto (ripresa dei lavori, problemi di salute ormai superati, viaggi) la fraternità ha vissuto il ritmo ordinario della vita quotidiana. Non è mancata la presenza degli amici di vecchia data e di altri che per la prima volta ci hanno fatto dono della loro presenza. Ma soprattutto parliamo di una famiglia di ospiti un po’ particolari che si sono piazzati in abbazia e sembra che non abbiano la minima intenzione di andarsene…
Dall’inizio della primavera ci siamo accorti della presenza di una famiglia di falchetti – spero di non scambiarli con altri volatili – che girava intorno all’abbazia come alla ricerca di cibo, senonché hanno trovato casa sulla parete sud dell’edificio, proprio tra la cripta san Marone e la terrazza che si affaccia sulla valle. All’inizio potevamo guardarli solo da lontano perché scappavano via, ma col passare dei giorni si sono sentiti sempre più «di casa» e con un po’ di discrezione potevamo avvicinarli abbastanza. Ci è voluta la pazienza del fotografo ostinato per immortalarli mentre prendevano tranquillamente il sole sulla veranda della terrazza o mentre condividevano una «ricca colazione» che forse è meglio non descrivere qui nei dettagli! Il bosco stupendo e selvaggio che circonda l’abbazia è l’habitat naturale di una ricca varietà di animali che spesso, favoriti dal silenzio, riusciamo a sentirli e di tanto in tanto a vederne qualche esemplare. E durante la preghiera, soprattutto del mattino, ci sentiamo sempre in compagnia. D’altronde il noto Cantico dei tre fanciulli (domenica mattina) ci ricorda che tutta la creazione si unisce alla lode: «alberi della foresta, uccelli del cielo, animali piccoli e grandi… Benedite il Signore!».
La presenza di questi nostri «ospiti» è stata un po’ come l’annuncio di una novità ancora più consistente a Sassovivo. Si tratta del nostro carissimo amico (uno di quelli di vecchia data) Sergio Bazzarin, artista non di professione ma per passione, già noto per le sue opere sparse nelle nostre fraternità. Meritano un’attenzione particolare il busto in bronzo di Charles de Foucauld il cui pezzo originale è collocato qui a Sassovivo all’ingresso della cripta; il quadro sul martirio di frère Charles che abbellisce la fraternità di Nazaret e che suscita l’ammirazione di tutti i visitatori; il battistero e la via crucis della chiesa di Limiti di Spello e altre di minore – si fa per dire – importanza. Lo scorso fine settimana si è presentato, assieme alla sua bella famiglia, portando la sua nuova creatura: niente meno che un Cantico delle creature! Si tratta di alcuni pannelli (forse non è il termine adatto) che raffigurano in bassorilievo le lodi di frate Francesco «Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione»… Non avendo, per ora, a disposizione un luogo adatto per conservate il «Cantico di Bazzarin» ci accontentiamo col lanciare la notizia in attesa che un giorno l’opera possa essere esposta e condivisa con tutti i nostri amici.
Ci sono delle «voci di corridoio» che parlano di un’imminente Lettera enciclica di papa Francesco sui temi cruciali a proposito della salvaguardia del creato. Sono passati ormai decenni da quando i teologi latinoamericani hanno cominciato a parlare della «Madre terra oppressa e sfruttata», oppure del «Creato quale povero maltrattato e crocifisso». Sono temi urgenti e globali che richiedono risposte e soluzioni globali, ma allo stesso tempo nessuno è esonerato dal compito di fare quel poco o quel tanto a favore della Creazione che Dio ha messo a disposizione dell’uomo e lo ha nominato custode della sua opera. Forse ci possiamo continuare a pensare e a dire semplicemente che le stagioni non esistono più? Viene da pensare che Francesco d’Assisi abbia scritto più per noi che per i suoi contemporanei.
fratel Oswaldo jc