Lettura vangelo 1È bello ascoltare le parole di papa Francesco circa la necessità di leggere spesso, a piccoli brani, i vangeli per «dialogare con Gesù» e poter così creare un legame intimo con la sua persona, un’amicizia fraterna con Gesù… L’ha detto durante la preghiera dell’Angelus domenica scorsa e ha ripreso il tema questa mattina durante l’omelia a Casa Santa Marta…

Ripeto: è bello e anche commovente, perché riecheggiano, quasi letteralmente, alle nostre orecchie le parole e i sentimenti di frère Charles di Gesù: «Cercate di trovare il tempo per leggere alcune righe dei santi vangeli – scrive a Louis Massignon –, procedendo ogni giorno di seguito in modo che entro un certo tempo essi passino interamente sotto i vostri occhi, e dopo la lettura (che non deve essere lunga: dieci, quindici, venti righe, un mezzo capitolo al massimo) meditate qualche minuto mentalmente o per scritto sugli insegnamenti contenuti nella vostra lettura… Bisogna cercare di impregnarci dello Spirito di Gesù leggendo e rileggendo, meditando e rimeditando senza sosta le sue parole e i suoi esempi: che essi facciano nelle nostre anime come la goccia d’acqua che cade e ricade su una lastra di pietra, sempre allo stesso punto».

Lettura vangelo 4La contemplazione quotidiana del vangelo ci aiuta ad avere la vera speranza. È quanto sottolineato dal Papa questa mattina. Francesco ha nuovamente esortato i fedeli a prendere il vangelo ogni giorno, anche solo per pochi minuti, peri dialogare con il Signore, piuttosto che perdere tempo guardando cose banali o ascoltando delle chiacchiere: «Gesù si accorge di una donna malata che in mezzo alla folla lo ha toccato. Gesù, non solo capisce la folla, sente la folla, sente il battere del cuore di ognuno di noi, di ognuno. Ha cura di tutti e di ciascuno, sempre! Lo stesso, quando il capo della sinagoga va a raccontargli della figliuola ammalata gravemente: e Gesù lascia tutto e si occupa di questo… Quello che io ho fatto, con questo vangelo è proprio la preghiera di contemplazione: prendere il vangelo, leggere e immaginarmi nella scena, immaginarmi cosa succede e parlare con Gesù, come mi viene dal cuore. E così noi facciamo crescere la speranza, perché abbiamo fisso, teniamo fisso lo sguardo su Gesù. Fate questa preghiera di contemplazione. “Ma ho tanto da fare!”. Ma a casa tua, 15 minuti, prendi il vangelo, un brano piccolo, immagina cosa è successo e parla con Gesù di quello. Così il tuo sguardo sarà fisso su Gesù e non tanto sulla telenovela!».

Tra le varie forme di approccio ai vangeli che frère Charles ha utilizzato nel corso della propria esistenza, incontriamo una modalità che ha come riferimento la meditazione della vicenda di Gesù secondo il calendario liturgico di allora. Charles de Foucauld ritiene che queste meditazioni quotidiane gli consentano di vivere meglio la preghiera dell’Ufficio divino e di essere più unito alla Chiesa terrena e celeste e a Gesù Stesso; egli dedica, in particolare, un’ampia riflessione nelle sue meditazioni, ai giorni della Quaresima. Lo spirito con il quale vive questo tempo e le sue meditazioni scritte è ben precisato nella meditazione del 6 marzo 1898:

Lettura vangelo 3«Mio Signore e mio Dio, fatemi pensare ciò che devo, mettetemi ai vostri piedi come volete che io vi rimanga, pensando o non pensando; ma amandovi, facendo la vostra volontà e consolando il più possibile il vostro cuore… sì, pensando o non pensando: mi sembra che quando vi mostrate a me, quando mi fate sentire la dolcezza della vostra presenza, non vi sia da pensare, ma da guardarvi e da amarvi, non facendo altro se non gioire e dilettarsi nella vostra contemplazione: lo spirito non lavora; vede e gioisce: “aperi os tuum et implebo illud” [Apri la tua bocca la voglio riempire (salmo 81,10)] dite, mi sembra, quando vi mostrate: non c’è che da aprire la bocca, è il momento di ricevere e di gioire, non di lavorare… Ma quando non vi mostrate, quando non fate sentire la dolcezza della vostra vista, allora lo spirto deve lavorare, deve fare come lo Sposo del Cantico dei cantici, cercarvi per le vie e per le piazze, per le strade che frequentate, queste strade sono la meditazione della vostra vita, dei vostri esempi, delle vostre parole, della Sacra Scrittura, è la meditazione delle verità che volete che noi crediamo e delle virtù che volete che pratichiamo: in questo modo, con questi pensieri impareremo ciò che volete da noi, conosceremo sia voi sia la vostra volontà, sia le vostre perfezioni sia le nostre miserie, sia i nostri doveri» (Considérations sur les fêtes de l’année, 159).

«E così – ha ribadito papa Francesco – la preghiera di contemplazione ci aiuta nella speranza… Vivere della sostanza del vangelo. Pregare sempre! Dire le preghiere, pregare il Rosario, parlare col Signore, ma anche fare questa preghiera di contemplazione per tenere il nostro sguardo fisso su Gesù. Da questa preghiera viene la speranza. E così la nostra vita cristiana si muove in quella cornice, fra memoria e speranza: memoria di tutto il cammino passato, memoria di tante grazie ricevute dal Signore. E speranza, guardando il Signore, che è l’unico che può darmi la speranza. E per guardare il Signore, per conoscere il Signore, prendiamo il vangelo e facciamo questa preghiera di contemplazione. Oggi, per esempio, cercate 10 minuti, 15, non di più, leggete il vangelo, immaginate e dite qualcosa a Gesù».

Insomma, ci sarebbe tanto da dire sul nostro argomento, ma se già lo diceva il nostro frère Charles, e ora ce lo raccomanda vivamente il Papa in persona, ed è il primo a darci l’esempio, forse è giunto il momento di prendere sul serio il consiglio di «leggere e rileggere il vangelo», di portarlo con noi ovunque – anche con l’aiuto dei mezzi moderni – e così crescere nella conoscenza intima e reciproca col Beneamato fratello e Signore Gesù.

fratel Oswaldo jc

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