82A2Dato che ci avviciniamo all’inizio del Centenario della morte di frère Charles (1° dicembre 1916), ci sembra importante fare un breve aggiornamento sulla situazione attuale del suo messaggio spirituale, e in modo particolare condividere le ultime notizie riguardanti l’Associazione Famiglia Spirituale di Charles de Foucauld.

Nella settimana dell’Ottava di Pasqua è stata celebrata l’assemblea internazionale della Famiglia spirituale a Castelfranco Veneto presso le Discepole del Vangelo. Vi hanno partecipato i responsabili o delegati dei venti gruppi che compongono l’Associazione. Per noi c’erano Piero e Giovanni Marco che ci hanno riferito anche della bella visita a Venezia. Poi, lo scorso fine settimana, c’è stato l’incontro della Famiglia spirituale regionale, cioè i rappresentanti dei 9 gruppi presenti in Italia. A quest’ultimo ho partecipato personalmente. La preparazione delle iniziative per il Centenario è stato il tema principale. Si calcola che i membri effettivi della Famiglia spirituale siano oggigiorno poco più di 13 mila sparsi per il mondo. Per membri effettivi intendiamo coloro che appartengono a pieno titolo a uno dei 20 gruppi, o mediante la professione religiosa, una promessa o altro, a seconda del regolamento o gli statuti dei singoli gruppi. Sono inclusi religiosi, presbiteri e laici di ogni condizione di vita. Mentre quando si parla dei «simpatizzanti» o «amici della Fraternità» non è più possibile fare nessuna approssimazione, sono come la sabbia del mare! (Vedi www.charlesdefoucauld.org)

52A5Frère Charles è stato beatificato nel 2005 e da allora il suo messaggio si è diffuso ulteriormente, grazie anche all’attualità delle sue intuizioni. È stato lui il primo a comprendere, alla luce della fede e frutto della sua preghiera, che la sequela Chisti, ossia l’imitazione di Gesù da parte del discepolo, come Charles amava dire, consiste fondamentalmente nella «vita di Nazaret»: vivere pienamente e intensamente la propria vocazione, quotidianamente, proprio là dove ognuno è stato posto o chiamato, vivere come Gesù viveva a Nazaret. Si tratta di un messaggio che può illuminare la fede di chiunque, uomini e donne che si sforzano sinceramente di mettere in pratica il vangelo, di scoprire sempre più la ricchezza del proprio battesimo. È soprattutto un invito a intensificare il proprio cammino e non di cambiarlo per un altro. In Charles de Foucauld non vi è nessun pericolo di fare del proselitismo («vieni da noi perché siamo i migliori»), ma tutt’altro, è un invito a scoprire il modo migliore di operare una conversione personale continua.

Molto probabilmente l’aspetto di maggiore attualità per la Chiesa riguarda la necessità di «uscire verso le periferie», e di sognare «una chiesa povera per i poveri», come dice papa Francesco oggi. Frère Charles, dopo gli anni trascorsi a Nazaret, è stato ordinato prete in Francia e non volle più ritornare in Terra Santa ma scelse di recarsi nel deserto del Sahara, «alla ricerca della pecorella più smarrita». Per lui i poveri più poveri erano quelli che non conoscevano 18Gesù, ed era consapevole che vivendo tra i musulmani non poteva annunciare direttamente il vangelo con la parola, bensì «gridare il vangelo con la vita». Charles di Gesù entrò nel mondo dei nomadi del deserto, senza interessi e senza condizioni, imparando la loro lingua, rispettando la loro cultura e la loro religiosità. Condivideva con loro «le gioie e le tristezze, le angosce e le speranze», proprio come fece Gesù a Nazaret tra i suoi compaesani. Quando è stato ucciso, nel contesto della prima guerra mondiale, il capo dei Tuareg, scrivendo alla sorella di padre de Foucauld, disse: «Charles, il marabutto, non è morto soltanto per voi, è morto anche per noi».

Vivendo da amico di coloro che incontrò durante il suo pellegrinare per il deserto, amandoli come fratelli, donando persino la propria vita per loro, frère Charles era diventato il «fratello universale». In termini spirituali e teologici possiamo dire che la sua vita è stata veramente una concretizzazione del mistero dell’Incarnazione, una vocazione che appartiene ad ogni cristiano. Nella vita di padre de Foucauld, ricca di elementi spirituali e molto complessa a causa delle differenti vocazioni che possedeva contemporaneamente, è possibile sintetizzare il tutto in una sola parola, anzi in un nome: Gesù.

Seguendo le orme del Figlio di Dio, fatto uomo per la salvezza di tutti, il beato frère Charles di Gesù ci invita oggi a scoprire ogni giorno la nostra comune vocazione alla santità, nonostante il mondo che abitiamo, con le sue tensioni, le sue guerre e le minacce per il futuro. Un giorno, definendo la propria vocazione disse: «sono monaco, missionario, prete e sagrestano», mentre della sua missione affermava: «lavoro in questo luogo all’opera di Dio, come? Pregando, immolandomi, santificandomi e infine amando».

(Le foto di questo articolo sono di Piccolo Fratello Aurelio)

fratel Oswaldo jc

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