Sono da poco rientrato da tre settimane di permanenza in Italia. Da due anni mancavo dal mio Paese e sentivo l’esigenza di staccare un po’ dalla routine quotidiana per ritrovare alcune dimensioni fondamentali della vita fraterna.
Come mi è già capitato di dire, per noi che abitiamo così distanti dalle altre fraternità, è di vitale importanza ritrovarsi con i fratelli e specialmente con coloro che svolgono un particolare servizio alla comunione della nostra famiglia religiosa.
Questo a mio parere è il primo compito della fraternità del Priorato. Un nome solenne, quasi eccessivo, che però sta ad indicare semplicemente la fraternità nella quale vive il priore, attualmente fratel Gian Carlo e con lui alcuni fratelli responsabili dei diversi ambiti della vita comunitaria. Ritrovarsi con loro dunque è un balsamo benefico per essere ricondotti all’essenziale della nostra vocazione. Il confronto con coloro che «servono la comunione» aiuta a ritrovare in sé stessi quella comunione di cui la nostra vita deve essere impastata. Il dialogo franco e fecondo con il fratello responsabile dell’intera famiglia aiuta indubbiamente a tirare le fila del cammino che stiamo percorrendo, singolarmente e come comunità locale.
Si tratta di un’occasione unica per fare il punto della situazione tentando di comprendere la direzione del cammino, i punti di forza sui quali fare leva e quelli deboli su cui è bene lavorare con coraggio e pazienza. Il fatto poi che l’attuale Priore sia anche l’iniziatore dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, rappresenta pure la possibilità di riassaporare e dialogare insieme sul carisma originario della fraternità.
La collocazione stessa della fraternità nella magnifica cornice dell’abbazia di Sassovivo aiuta pure a trovare la riconciliazione su un’altra dimensione fondamentale della vita di ogni Piccolo Fratello che è la relazione con Dio. Rimanere alcuni giorni a Sassovivo per qualunque motivo e necessità, in particolare se non ci si vive abitualmente, può assumere la fisionomia del ritiro perché i ritmi di preghiera regolari, il clima di silenzio, la distanza fisica dagli impegni quotidiani, conducono verso questo tipo di esperienza. La stessa vicinanza alla città di Assisi risulta in questo senso un motivo in più per ritrovarsi con il Signore e ringraziarlo con tutto il cuore per il bene che ha voluto alla nostra comunità.
Altro elemento da non dimenticare è indubbiamente la dimensione di universalità che si respira. Certamente questo aspetto non manca nella nostra piccola fraternità di Nazaret dove si accolgono gruppi e pellegrini di diverse nazionalità. Ma la casa del priorato è tenuta ad intrattenere relazioni strette con la Chiesa Universale, come pure ad avere un’attenzione del tutto particolare verso gli altri rami della famiglia spirituale di Charles de Foucauld. Specialmente quest’ultimo aspetto è di grande aiuto nel ricollocare sé stessi all’interno dell’unico messaggio fondamentale di fr. Charles mediato dalla particolarità e dalle accentuazioni che ne dà la nostra fraternità.
È stato dunque un tempo di benedizione, di scambio fecondo, di preghiera condivisa, un momento forte in cui ritrovarsi assieme, Piccoli Fratelli, alla sequela del «benamato Fratello e Signore Gesù», attingendo alla fonte della nostra spiritualità.
fratel Marco jc
Ché grande gioia di leggere questo articolo che mi fa sentire la vostra comunione tanto bella.
Mi fa sentire particolarmente una grande prossimità con la comunita di Nazareth che mi manca…ma sono in comunione nella preghiera con le mie tre piccoli fratelli, anche con tutta la vostra famiglia: un dono di Dio! Grazie.
Suor Anne Missoffe (di Nazareth)