Nel pomeriggio di domenica 4 settembre abbiamo partecipato a una festa stupenda: la commemorazione dei 90 anni di fondazione dell’Eremo Francescano di Campello sul Clitunno – Trevi PG. Preghiera, musica, cena e tanta gioia per lo stare insieme tra amici. Era il 1926, nella festa di santa Maria Maddalena, quando Sorella Maria arrivò all’antico eremo già abitato da eremiti e poi Francescani. Assieme ad altre quattro sorelle, in condizioni di estrema povertà e semplicità, iniziarono a vivere una nuova vita comunitaria che, col passare del tempo, si dimostrerà sempre più «culla dell’ecumenismo in Italia».

IMG_1045La festa è iniziata con la celebrazione eucaristica, presieduta da fratel Gian Carlo nostro priore generale, e con la partecipazione di 400-500 persone, tutte persone legate all’Eremo di Campello, venute da ogni parte e con la presenza «massiccia» delle famiglie del territorio compresi i due sindaci di Trevi e Campello sul Clitunno. Commentando il vangelo della domenica, fratel Gian Carlo ha sottolineato la necessità di ricercare il primato di Dio quale vocazione fondamentale di ogni battezzato e di ogni credente. Poi la costanza nella sequela di Gesù e il coraggio di saper puntare sulle «cose grandi» quali la vita di santità e l’amicizia tra le persone al di là dei confini religiosi e di ogni convinzione. «Sorella Maria ha messo in pratica tutto questo e ha lasciato un’impronta indelebile in questo luogo dello Spirito», ha aggiunto il Priore.

Subito dopo è intervenuta Sorella Daniela Maria, attuale responsabile della piccola comunità formata da quattro sorelle, per tratteggiare velocemente la storia appassionante e soprattutto il legame forte con la gente del posto. Sono tre le generazioni di Sorelle che si sono succedute in questi novanta anni e ognuna è stata ricordata per nome e ora diverse di loro «sono già andate avanti» e riposano nel piccolo cimitero in attesa della risurrezione. IMG_1072Ma vi è un feeling diretto e una trasmissione del testimone senza interruzione. La narrazione circa la personalità assai differente di ciascuna delle Sorelle, per il luogo di provenienza, per l’appartenenza religiosa e la formazione – spesso molto povera, addirittura alcune analfabete –, tuttavia avvolte di un carisma particolare che ha lasciato un segno profondo in quanti le hanno incontrate, è stato uno dei momenti più toccanti perché ha significato ripercorrere i 90 anni di gioie e di angustie delle famiglie del luogo. Daniela Maria ha sottolineato il fatto che l’Eremo di Campello è stato un punto di riferimento per tutti, per la gente semplice del luogo e per tanti altri sparsi per il mondo, tra cui spiccano diverse personalità ben note alla storia del XX secolo.

A confermare ogni parola e a ribadire l’importanza della presenza delle Sorelle «a casa nostra», sono stati i due sindaci intervenuti subito dopo. «Siamo qui in un eremo di frontiera» – ha detto Bernardino Sperandio, Sindaco di Trevi. «Noi siamo qui per continuare a sostenere le Sorelle perché sono parte delle nostre radici. Hanno fatto tanto per la nostra gente e noi siamo uniti nel testimoniarlo assieme ai nostri padri e ai nostri figli»… Ma è stato l’intervento del Sindaco di Campello sul Clitunno, il signor Domizio Natali, che ha fatto «tremare» l’assemblea in attento ascolto, quando con poche e pungenti parole ha esordito: «L’eremo non è solo delle Sorelle, ma è di tutti, nostri e vostri, degli amici che amano questo luogo. Le Allodole ci appartengono. Non sono mancati i vari falchi, di ieri e di oggi, che hanno voluto divorarle. Ma noi siamo qui per difenderle, perché significa difendere noi stessi e il nostro patrimonio storico-religioso»…

IMG_1076Il Sindaco non ha fatto nomi, ma le sue parole sono state accolte con un grande applauso che esprimeva l’approvazione generale dei presenti. Non sappiamo, e più di tanto non ci interessa conoscere i motivi di quello che è sembrato un messaggio con altoparlante rivolto a «ignoti». Potremmo pensare semplicemente che, essendo l’Umbria una regione con le sue stupende cittadine medievali, sia rimasto nella memoria collettiva il pericolo delle invasioni barbariche, e che la gente sia ormai stanca di certe invasioni, antiche o nuove, politiche o religiose che siano.

È provvidenziale che questa commemorazione abbia di poco preceduto la nuova visita di Papa Francesco ad Assisi, in occasione del trentesimo del primo incontro interreligioso ad Assisi (ottobre 1986) fortemente voluto da Giovanni Paolo II. Se questa notizia potesse raggiungere il Santo Padre, chi sa se lui, attento alle piccole cose e ai più deboli, non voglia dare uno sguardo alla vicenda e rendersi conto che prima di qualsiasi esperienza di ecumenismo o di incontro interreligioso, Sorella Maria di Campello aveva gettato il primo seme in questa terra benedetta.

fratel Cruz Oswaldo jc

 

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