La Famiglia spirituale di frère Charles si è ritrovata a Roma per commemorare il centenario della morte del beato «fondatore senza discepoli». È da sottolineare anzitutto il numero straordinario di partecipanti: vescovi e sacerdoti, religiosi e religiose, laici venuti da ogni parte dell’Italia e – qualcuno – anche dall’estero, tutti legati in modi diversi alla spiritualità di Charles de Foucauld. Tutti fratelli e sorelle di Charles! È stato un fine settimana intenso, iniziato con il convegno di sabato e conclusosi con la solenne concelebrazione eucaristica domenica mattina presso i monaci Trappisti a Tre Fontane.

img_1141-copiaDopo l’accoglienza da parte del postulatore della Causa di canonizzazione, P. Bernard Ardura, sono intervenuti lo storico Maurilio Guasco, Sorella Antonella Fraccaro e il teologo Pierangelo Sequeri per tratteggiare magistralmente gli aspetti storici, spirituali e teologici del messaggio spirituale di frère Charles. Ritorneremo senz’altro su questo evento in attesa della pubblicazione degli atti del convegno che saranno di molto interesse per quanti si sono incamminati alla sequela del beneamato fratello e Signore Gesù seguendo le orme del «fratello universale».

Per comprendere meglio la personalità di un testimone del vangelo è fondamentale conoscere il suo contesto storico ed ecclesiale. Si tratta del rapporto piuttosto teso tra Chiesa e Stato in Francia tra Ottocento e Novecento che portò ad un separazione ufficiale nel 1905. Tale evento ha coinvolto direttamente la Santa Sede e ha introdotto delle novità nella vita della Chiesa. L’attuale periodo storico e le grandi sfide che presenta alla nostra generazione può essere vissuto alla luce dell’esperienza di Charles che è stato «un dono di Dio fatta alla Chiesa di allora per il nostro tempo».

img_1125A partire dalla morte di frère Charles, il chicco caduto nella sabbia del deserto sahariano ha rispettato il processo naturale del seme che deve prima morire per poi germogliare nel silenzio fino a diventare un albero e poi, finalmente, produrre i frutti.

È stato il teologo Sequeri che ha sottolineato gli aspetti più caratteristici circa l’attualità di Charles de Foucauld, in primis «l’adorazione di Dio in spirito e verità». La nostra Chiesa ha molto forte il senso della conoscenza della dottrina e della disciplina, ma molto meno il senso della preghiera come dialogo col Beneamato. È infatti più facile rivolgersi a Dio con le preghiere formulate, piuttosto che intrattenersi «chiacchierando con Gesù». Spesso conosciamo l’adorazione come rito, ma non come «nome della fede», ossia la capacità di «rimanere soli con Dio». Con l’espressione «Gesù, tu sei qui nella santa Eucaristia, a un metro da me», Charles stabilisce un «storia con Gesù» e ci insegna a fare lo stesso per raggiungere la vera dimensione dell’adorare Dio. Il senso dell’adorazione – avvertito come bisogno persino da filosofi atei contemporanei – è l’antidoto al nostro «delirio di onnipotenza» e alla nostra tentazione di guardare al passato con nostalgia piuttosto che al futuro con speranza e fiducia. Charles de Foucauld scopre e vive Nazaret come luogo teologico nella concreta adorazione di Dio in spirito e verità e nella prossimità: «Nazaret è il luogo umano per capire l’umanità».

img_0531Nel pomeriggio di sabato si è svolta una tavola rotonda con le testimonianze di alcuni membri della Famiglia spirituale che ci hanno fatto comprendere la diversità dei contesti di inserimento e come la «spiritualità di Nazaret» illumina la vita quotidiana dei singoli e dei gruppi, nella semplicità nella fatica, ma senza mai perdere di vista la duplice dimensione di fedeltà a Dio e all’uomo. Frère Charles, dunque, a distanza di cent’anni ci interpella e ci insegna a prendere sul serio il vangelo di Gesù Cristo, alla necessità di donare la propria vita e all’annuncio della Buona Novella nella fragilità della vita quotidiana e spesso nella «apparente sterilità della missione».

La giornata di sabato si è conclusa con una serata musicale mentre la commemorazione del centenario con la solenne concelebrazione eucaristica presieduta da S.E. il cardinale Francesco Coccopalmerio.

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