Ci è appena giunta dalla Francia una bella pubblicazione dedicata a frère Charles in occasione del centenario della morte, niente meno che da parte dell’Episcopato francese, dal titolo: Charles de Foucauld, Frère Universel, Témoin et Saint, in «Documents Épiscopat. Publié par le Secrétariat Général de la Conférence des Évêques de France», N° 11/2016.
I singoli contributi sono stati affidati ai membri della Famiglia spirituale ed è così che all’interno appare anche un testo del sottoscritto circa la dimensione ecclesiale della spiritualità foucauldiana, dal titolo: «Cent Ans après sa Mort. Une Lumière pour nous Aujourd’hui» (p. 57-61).
Il volume rappresenta sicuramente un pronunciamento autorevole da parte dei vescovi francesi in quanto conferma l’itinerario storico-ecclesiale che la spiritualità di Charles de Foucauld, figlio della Chiesa francese, ha percorso. Il centenario è stato il momento privilegiato, «une occasion unique» per mettere in luce l’itinerario umano e spirituale di quest’uomo, prete e missionario “isolé” nel Sahara… Mgr. Jean-Claude Boulanger, vescovo de Bayeux-Lisieux, nella prefazione, afferma che frère Charles è stato una «sentinella dell’Invisibile per il suo tempo»: in un’epoca in cui la società si vantava nel progresso, nella scienza e nella potenza dell’atomo e mentre la Chiesa in Francia tendeva progressivamente a ripiegarsi su se stessa e difendeva le sue istituzioni, Charles ha saputo aprirsi all’impossibile di Dio. In un tempo in cui l’uomo voleva sostituirsi a Dio, egli ha creduto in un Dio che si è fatto uomo. In un tempo in cui la fiducia nella forza, nella superiorità della razza e della classe che voleva dominare il mondo, egli ha creduto alla forza dell’amore umile e fraterno. Nel momento in cui tanti cristiani vivevano un periodo storico di “déchirement” (strazio, lacerazione, disfatta) e una morte, egli ha creduto che la morte, persino quella fisica, è la via che Dio sceglie per risorgere e far ripartire.
Marc Helfer, della Fraternità Sacerdotale Jesus Caritas, e curatore della pubblicazione, sottolinea nell’introduzione due aspetti in particolare: frère Charles, come “cartello indicatore” e l’universalità del messaggio: «Charles de Foucauld ci segna la via di un annuncio del Vangelo che passi prima per le nostre stesse conversioni e che, incontrando l’altro, lo consideri innanzitutto per se stesso, indipendentemente da qualsiasi “progetto” si possa avere su di lui». E conclude: «Charles de Foucauld non appartiene a nessuno. Né all’Alsazia, che lo vide nascere. Né alla Francia, che ha, però, voluto servire. Né all’Algeria, che conserva il suo sepolcro. Né alla sua famiglia spirituale, che si nutre delle sue intuizioni. E nemmeno alla Chiesa, che, tuttavia, così tanto ha ricevuto e continua a ricevere da lui. Charles de Foucauld appartiene a tutti. È diventato il fratello universale che desiderava essere. Lo è per la sua vita, lo è per la sua morte».
In questo contesto vogliamo informare i nostri amici e lettori che è già in tipografia il prossimo numero della rivista «Jesus Caritas», il n. 146/aprile 2017, che contiene gli Atti del convegno: «Gridare il vangelo con la vita», Roma 10-11 settembre 2016. Tra i contributi ci piace citare qui quello di Sorella Antonella Fraccaro, che nel paragrafo intitolato «Il chicco di grano gettato da Dio sui nostri deserti», scrive:
«Dio getta il seme nel deserto. Non lo getta solo sulla terra buona. Lo getta anche nel deserto, per dimostrare alla persona che i suoi deserti possono ad un certo punto fiorire, dare frutti buoni. Perché il vero seme è Gesù, gettato dal Padre nell’esistenza di ciascun uomo e donna. Charles è uno dei testimoni che ha raccolto il “seme” di Dio e lo ha rigettato nell’esistenza di quanti ha incontrato».
Dio Padre ha “gettato” Gesù, attraverso la vicenda di frère Charles, perché il Vangelo possa rifiorire, grazie all’impegno di uomini e donne. Gesù è la Buona Notizia, il Regno di Dio in mezzo agli uomini e donne del nostro tempo, piccolo come un granello di senape, capace di diventare un grande albero (cfr. Mc 4,30-34).
fratel Cruz Oswaldo jc
grazie anche oggi per queste riflessioni