Il tempo pasquale si conclude con una serie di feste e solennità che ci aiutano a rinnovare la consapevolezza della nostra fede: la solennità della Pentecoste che segna la data di nascita della Chiesa, fondata sul dono dello Spirito Santo; la solennità della Trinità che ci spinge alla contemplazione del mistero di Dio nella sua verità più profonda; la festa del Corpo e Sangue di Gesù, fonte di tutta la spiritualità della Chiesa, cibo che sostenta nel cammino della vita.
In questo contesto ci è stato chiesto di ospitare e tenere un ritiro per gli insegnanti di una scuola di Nazaret proprio sul tema dello Spirito Santo e della vita spirituale in generale. Un argomento non facile da trattare, soprattutto in una lingua diversa dalla propria, ma certamente stimolante per aiutare a concentrare l’attenzione su ciò che davvero è essenziale nel nostro cammino di credenti.
Lo Spirito che è sempre il “soggetto” e il “complemento oggetto” di ogni discorso spirituale ci ha guidati nel nostro ritiro. È il soggetto in quanto, quando si parla di argomenti spirituali, è sempre lui ad ispirare, a sostenere, a suggerire. Come ci ricorda infatti san Paolo nella prima lettera ai Corinzi: «nessuno può dire “Gesù è Signore” se non sotto l’azione dello Spirito Santo» (1Cor 12,3). In questo caso poi lo Spirito era anche il nostro complemento oggetto in quanto era il tema della mattinata di preghiera.
La Pentecoste era alle porte e pertanto abbiamo seguito come traccia il significato di questa festa, tentando di riscoprire i segni della Presenza dello Spirito di Gesù nel nostro vivere quotidiano. Una Presenza concreta, fedele, che accompagna il nostro cammino, che ci rivela dal di dentro il volere di Dio e ci conduce verso la comprensione della Parola di Gesù e verso la pienezza della vita. Se si intende scoprire cosa Egli chieda è necessario entrare nella stanza più recondita del cuore per ascoltare in silenzio la voce dello Spirito.
La vita umana è composta da diverse dimensioni: la vita fisica, con tutto ciò che concerne il corpo; la vita psichica, le nostre emozioni, gli affetti, i sentimenti; lo spirito che rimanda alla dimensione più alta dell’uomo, quella dei valori: la vita spirituale che viene generata dallo Spirito Santo che abita in noi.
E quando parliamo di vita spirituale non possiamo non affrontare il tema della preghiera. E la preghiera non coincide esattamente con le preghiere che si possono dire. È qualcosa di molto più profondo e autentico. È la vita nuova che viene prodotta nel nostro vivere quotidiano, il respiro di Dio che non smette di agire in noi. Si nutre di molti aspetti, dall’ascolto al silenzio, dai fatti della vita al nostro agire morale. Ma tutto trova il suo significato, proprio in quella Presenza nascosta e misteriosa dello Spirito che ci abita.
La giornata di ritiro è stata molto apprezzata per il clima di silenzio, di fraternità e di pace. Molti sono entrati per la prima volta nella casa di fr. Charles scoprendo con meraviglia un luogo che ispira pace e raccoglimento e in diversi si sono ripromessi di tornare per un tempo di preghiera personale in ascolto di quella voce che non cessa di ripetere in noi: «Abbà, Padre!»
fratel Marco jc
Quando si pensa o si parla di Spirito Santo è sempre la gioia che invade il cuore, è un po’ come aprire le porte di casa a un caro amico.
È lo Spirito che parla all’anima di ogni uomo è la voce del Signore.
Nel silenzio si ascolta la Sua voce che scalda, pacifica, istruisce.
Ascoltare, ci chiede di ascoltare.
O Signore aiutaci a stare in silenzio ad ascoltare la gioia.
Un abbraccio!