Le parrocchie dell’unità pastorale Giovanni XXIII in Foligno, affidate alla nostra comunità hanno organizzato l’oratorio estivo 2017, grazie alla preziosa guida di fr. Gabriele, dedicando l’attività alla figura di frère Charles di Gesù. Un gran numero di partecipanti, tra bambini, ragazzi e animatori hanno favorito il clima gioioso e fraterno per tre settimane che si è concluso con la partecipazione di genitori e familiari che hanno assistito alla drammatizzazione della vita del personaggio sintetizzata in cinque “pianeti” o capitoli e animato da tanti canti e danze.
Innanzitutto LA FAMIGLIA. Charles è un bambino-adolescente che vive in una famiglia “irregolare”: assieme alla sorellina rimangono orfani a soli 6 anni, sono stati allevati dal nonno materno e costui, da bravo nonno è tutto cuore, tante coccole e soprattutto tanti soldi. La vita gaudente e i capricci molto presto hanno il sopravvento, e la fede presto rimarrà solo un ricordo lontano… Molte famiglie oggi hanno diverse difficoltà e di solito l’educazione viene affidata a tutti gli altri, la scuola, le attività extrascolastiche, la televisione e i mezzi di comunicazione. Non manca il sospetto che per molti l’oratorio abbia la funzione di “parcheggio” dei bambini e ragazzi, ma cerchiamo di cogliere sempre il positivo e sappiamo che ogni occasione è buona per ravvivare nelle famiglie il ricordo del proprio battesimo. La parrocchia è un luogo privilegiato per l’incontro, favorisce la partecipazione di figli di famiglie arrivate da altri paesi, ecc.
LA FEDE. «Mio Dio, se esisti fa che io ti conosca», è la “strana preghiera” che Charles de Foucauld andava ripetendo poco prima della conversione. L’incontro con Gesù, un incontro personale nel sacramento della riconciliazione diventa lo spartiacque nella vita del “libertino” Charles che da quel giorno da Visconte de Foucauld progressivamente diventerà Charles di Gesù. «Da quel giorno non ho saputo fare altrimenti che vivere per Gesù», dirà qualche anno dopo… Un giorno Charles diventerà prete e come “programma pastorale” andrà «alla ricerca della pecorella più smarrita», pensa di «portare Gesù a chi non lo conosce». Oggi è facile trovare tanti che non conoscono Gesù, uomini e donne battezzati che considerano la vita della Chiesa e la fede come un ricordo dell’infanzia, o un fatto culturale-sociologico. Spesso ridotto ad alcuni momenti importanti o solenni della vita come il matrimonio o un funerale. Le parrocchie continuano a portare avanti il discorso della catechesi vista esclusivamente ai fini della prima comunione e della cresima. La sfida per l’evangelizzazione è proprio quella di far conoscere Gesù, a cominciare da chi frequenta la Chiesa, ma lo fa senza aver sperimentato un INCONTRO decisivo con la persona di Gesù.
Poi la dimensione decisiva: L’AMORE. Charles de Foucauld è andato alla ricerca di Gesù perché si è sentito amato, la sua fede e il suo lungo itinerario spirituale è stata una RISPOSTA D’AMORE. Il credente di oggi ha bisogno di vivere la propria fede fondamentalmente come una ricerca continua, una risposta quotidiana al Vangelo. Ormai sono lontani i tempi quando la famiglia e la stessa società favorivano il partecipare alla vita della Chiesa. Il cristiano di oggi deve avere un motivo spirituale: Charles diceva «è per me un’esigenza d’amore il donarmi, il rimettermi nelle tue mani», solo un motivo forte può mantenere la luce della fede accesa in mezzo all’ostilità (anche aggressività) delle mode che spingono spesso a vivere in modo totalmente diverso dal messaggio evangelico…
L’amore si è manifestato chiaramente nell’abbondante collaborazione da parte dei giovani animatori, di diverse mamme e papà che hanno dedicato il loro tempo e messo a disposizione i loro talenti. È grazie a ciascuno di loro che l’attività è riuscita. Una sottolineatura importante è il fatto che sono stati gli animatori a preparare la recita finale, questo significa che il personaggio Charles de Foucauld è entrato nelle nostre parrocchie e ci auguriamo che lentamente si assumano gli elementi più noti della sua spiritualità: vivere come Gesù a Nazaret e la fraternità universale.
fratel Oswaldo jc
Ma perché, anch’io, non faccio parte di queste parrocchie così attive e cosi belle?
Forse perché qui non ci sono “piccoli fratelli” che cercano, con tanta dedizione,
di portare il “Beneamato Gesù” ai fratelli, come ha fatto il nostro caro e fratello Charles.
Grazie e un abbraccio a tutta la fraternità che a breve sarà riunita per il Capitolo.