Anche quest’anno la nostra abbazia del Goleto è stata “spettatrice” di uno spettacolo secolare: la transumanza. Con l’approssimarsi dell’autunno infatti le mandrie, dalle montagne dell’alta Irpinia sono tornate nel tavoliere delle Puglie, da dove erano partite all’inizio dell’estate. Questo tragitto che dai monti dell’Irpinia giunge al mare della Puglia è fatto ovviamente a piedi da bestie e da uomini ed è lo stesso percorso da secoli.
Il “tratturo” come viene chiamata la strada della transumanza passa proprio davanti a noi e fino a qualche anno fa c’era pure una fontana nella quale i capi di bestiame potevano abbeverarsi. Il passaggio attraverso strade e monti è un diritto acquisito nei secoli. Così alcune volte l’anno possiamo goderci questo spettacolo meraviglioso che riempie il cuore di stupore e di energia, mentre il pensiero va agli uomini e al loro duro lavoro. Mi ritornano alla mente le parole di don Lorenzo Milani in “Esperienze pastorali” dove afferma che i proventi derivanti dall’allevamento di bestiame devono appartenere a coloro che hanno il coraggio di andare tutti i giorni a pulire la stalla dal letame e non ai padroni. Oggi però mi domando se questi uomini preferirebbero un lavoro in fabbrica o in ufficio.. Rimane comunque la bellezza di sentirsi parte di una storia antica che racconta la vita di persone semplici condivisa da quanti hanno abitato la nostra abbazia. Ancora oggi noi vogliamo condividere la stessa vita continuando a camminare nei sentieri della Chiesa e dell’annuncio del Vangelo ai poveri.
fratel Roberto